La sostenibilità ambientale delle navi da crociere Costa 

Sostenibilità ambientale delle navi da crociere Costa

Grazie alla dott.sa Stefania Lallai, Sustainability and External Relations Director di Costa Crociere, che ha gentilmente concesso un’intervista al forum Crocieristi.it possiamo presentare una sintesi su questo importante tema. 

Costa Crociere è un’azienda pioniera e leader nell’industry per quanto riguarda la sostenibilità. La prova più evidente è rappresentata dalla nostra nuova ammiraglia Costa Smeralda, attualmente in costruzione nel cantiere Meyer di Turku (Finlandia), la cui consegna è prevista nell’ottobre 2019. Costa Smeralda sarà la prima nave da crociera italiana alimentata, sia in porto che in navigazione, a gas naturale liquefatto, il combustibile fossile più “pulito” al mondo. L’utilizzo di questo combustibile rappresenta una vera e propria svolta ambientale perché elimina quasi totalmente le emissioni di particolato e ossidi di zolfo e permette inoltre di ridurre significativamente anche le emissioni di ossido di azoto e di CO2. Il Gruppo Costa, di cui fa parte anche il marchio tedesco AIDA Cruises, ha già messo in servizio una prima nave da crociera alimentata a LNG, AIDAnova che opera dal dicembre scorso con questo innovativo sistema. In totale il Gruppo Costa ha ordinato 5 nuove navi a LNG: entro il 2023 infatti saranno consegnate altre due gemelle di AIDAnova e una gemella di Costa Smeralda. Ulteriori navi a LNG sono state ordinate per altri brand della nostra “casa madre” Carnival Corporation, per un totale di 11 nuove navi a LNG, inclusa AIDAnova. 

Possibilità di alimentazione delle navi da crociera già in navigazione a LNG 

Non è possibile riconvertire a LNG le navi già in servizio, a causa della grande differenza tecnica tra le navi alimentate a LNG e quelle con alimentazione “tradizionale”. Per questo motivo, mentre per le navi di nuova costruzione stiamo puntando sull’LNG, per quelle già operative Costa Crociere e Carnival Corporation hanno scelto di investire, tra i primi al mondo, su un’altra tecnologia: gli Advanced Air Quality Systems (AAQS), meglio conosciuti come “scrubbers”. Si tratta in pratica di torri di lavaggio che depurano i gas di scarico delle navi, garantendo un significativo abbattimento delle emissioni di ossidi di azoto e la rimozione di un’alta percentuale di particolato. 

Il piano di installazione degli Advanced Air Quality Systems (AAQS) è iniziato già nel 2015 e proseguirà sino alla fine del 2020. Al momento oltre il 70% delle navi della flotta Costa e di Carnival Corporation è già provvisto di questa tecnologia. Parliamo di un investimento rilevante, dal momento che la flotta di Carnival Corporation è composta 105 navi in servizio, di cui 15 del marchio Costa Crociere. Anche grazie all’impiego degli Advanced Air Quality Systems (AAQS), Carnival Corporation ha superato con due anni di anticipo l’obiettivo di ridurre il “carbon footprint” del 25% entro il 2020, arrivando a una riduzione del 27,6% già nel 2018. 

L’alimentazione elettrica nelle soste in porto delle navi da crociera presenta una serie di difficoltà tecniche ad essere concretizzata, in primo luogo a causa dell’elevato quantitativo di energia che dovrebbe essere erogata dalle banchine del porto. Per questo motivo ad oggi solo un numero molto esiguo di porti nel mondo offrono almeno una minima disponibilità di utilizzo di energie elettrica da terra. Dobbiamo inoltre tenere presente che per ridurre efficacemente le emissioni delle navi, l’energia proveniente da terra dovrebbe essere prodotta da fonti “pulite” ed “efficienti”. Altrimenti si sposterebbe semplicemente il problema dalle navi a “terra”. Quindi direi che si tratta di una soluzione ancora tutta da costruire. Il nostro impegno è tangibile anche su questo fronte: il 46% delle navi della flotta di Carnival Corporation, incluse quelle Costa, sono già predisposte per ricevere energia elettrica da terra. 

#Plasticfree sulle navi da crociera. Il percorso di Costa per ridurre la plastica è in linea con il Piano d’azione dell’Unione Europea per l’economia circolare, comprendente la Direttiva Europea sulla Plastica Monouso. Per quanto concerne l’area food&beverage e ristorazione, gli articoli monouso di plastica utilizzati sulle navi e a terra sono stati sostituiti dal 2003 con prodotti di più facile smaltimento in Mater-Bi, bioplastica interamente compostabile e biodegradabile, o in legno. Laddove possibile a bordo lavoriamo sul riutilizzo di imballaggi, contenitori di cibo e i packaging vari e abbiamo inoltre scelto di eliminare la distribuzione di yogurt in vasetto ai buffet, sostituendoli quasi completamente con yogurt sfuso. Lo stesso principio è stato applicato ai prodotti usa e getta per la cura personale forniti agli ospiti, rimpiazzati da dispenser ricaricabili. Abbiamo voluto anche agire sulla questione microplastiche, scegliendo di acquistare solo prodotti per le SPA che non ne contengano. Stiamo lavorando per arrivare ad una ulteriore riduzione degli oggetti di plastica più utilizzati a bordo, come ad esempio le bottiglie di acqua. Bisogna però tener presente del contesto molto particolare in cui operiamo, quello delle navi da crociera, che sono soggette a vincoli molto stringenti in materia di igiene, soprattutto per quanto riguarda la conservazione di cibo e bevande a bordo. Per cui ogni intervento fatto sulla plastica in questo ambito non può assolutamente prescindere dalla salvaguardia della salute di ospiti ed equipaggio. 

Riciclo e recupero dei rifiuti. La plastica che viene comunque usata a bordo viene raccolta in maniera differenziata e destinata al riciclo nei porti che sono attrezzati per farlo. Nel 2018 la percentuale della plastica sbarcata e riciclata è salita al 22,48% sul totale usato a bordo. Lo stesso avviene per tutte le altre tipologie di rifiuti: a bordo delle nostre navi facciamo il 100% di raccolta differenziata e valorizziamo, laddove possibile, i materiali destinati ad essere smaltiti. Un altro esempio di successo a riguardo è l’alluminio. Grazie alla partnership con il Consorzio Imballaggi Alluminio (CiAL) è stato possibile raccogliere e riciclare dal 2007 circa 472 tonnellate di alluminio. Con lo stesso principio nel corso del 2018 è stata avviata una nuova partnership con Tetrapack Italia: il progetto pilota, implementato sulle navi in scalo a Savona e Venezia, sarà gradualmente esteso all’intera flotta. In questo processo la sensibilizzazione del personale addetto di bordo sulle attività di recupero e riciclo è fondamentale. Per questo a bordo di ogni nave abbiamo una figura dedicata, l’environmental officer, che non solo ha il compito di verificare la corretta applicazione delle policy dell’azienda in materia ambientale, ma di coinvolgere i colleghi di bordo nelle “buone pratiche” di sostenibilità, perché solo con il contributo di tutti si raggiungono i risultati migliori. 

Lo smaltimento delle acque nere e delle acque grigie è regolamentato dalla normativa internazionale Marpol. Anche in questo ambito però ci siamo posti l’obiettivo di andare oltre quanto richiesto dalle leggi vigenti in materia e provare a fare qualcosa in più. Infatti a bordo delle nostre navi le acque nere e grigie, opportunamente trattate, vengono scaricate a dodici miglia marine dalla costa invece che alle quattro previste dalla normativa Marpol. 

Riduzione sprechi alimentari. Costa Crociere ha posto il tema del cibo al centro della propria strategia di sviluppo sostenibile. Ci siamo dati un obiettivo ambizioso: ridurre lo spreco alimentare a bordo del 50% entro il 2020, con 10 anni di anticipo rispetto all’Agenda 2030 dell’ONU. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo implementato a bordo delle nostre navi un programma articolato, che si chiama “4GoodFood”. È stata una sfida, perché nessuno aveva mai realizzato una cosa del genere nel nostro settore. E soprattutto perché si tratta di un programma integrato, a 360°, che va dalla revisione dei processi di preparazione dei piatti alla gestione delle eccedenze alimentari, attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento di tutti gli stakeholder nella grande sfida globale di invertire le tendenze. Nonostante le nostre navi avessero delle performance di riduzione degli sprechi già abbondantemente superiori rispetto alla ristorazione di “terra”, abbiamo voluto impegnarci ulteriormente, trovando soluzioni concrete finalizzate ad instaurare un circuito virtuoso nell’ottica di contribuire a cambiare radicalmente i paradigmi di consumo. I risultati ci stanno dando ragione, perché a poco più di un anno dall’implementazione a livello flotta oggi abbiamo superato il 35% di riduzione dello spreco. 

La prima fase di questo percorso è stata la rivisitazione dell’offerta gastronomica, attraverso la selezione di prodotti e materie prime di qualità e l’inserimento nei menu dell’intera flotta di oltre 500 piatti e ricette espressione della tradizione italiana e della Dieta Mediterranea, con attenzione alla stagionalità e alla prossimità dei prodotti. La seconda fa ha riguardato la mappatura degli sprechi a livello di processo di preparazione del cibo, attraverso il posizionamento di bilance localizzate e collegate ad un sistema di condivisione dei dati per la quantificazione del rifiuto alimentare nelle specifiche postazioni di cucina sulla nave. La terza fase è relativa alla sensibilizzazione degli ospiti. In quest’ottica, per aumentare la consapevolezza verso un’alimentazione equilibrata e un consumo sempre più critico e responsabile, è stato realizzato sulle navi il programma di comunicazione “Taste don’t Waste”, una vera e propria “call to action” al consumo responsabile, che privilegia l’aspetto valoriale, emozionale e non prescrittivo, tenendo conto della multiculturalità del pubblico e del contesto della vacanza. Il programma si pone l’obiettivo di veicolare messaggi chiave per promuovere comportamenti responsabili in particolare nell’area di buffet, contesto in cui la discrezionalità sulla scelta degli alimenti e delle porzioni da parte degli ospiti assume una valenza significativa. Direttamente collegata alla campagna di sensibilizzazione “Taste don’t Waste” è la fase di restituzione alla collettività. La diminuzione degli impatti generati dagli ospiti a bordo attraverso il loro comportamento virtuoso può essere infatti calcolata ed è traducibile in una diminuzione dei costi che la nostra compagnia ha deciso di reinvestire sia nella qualità del cibo sia nel sostenere il progetto Orti in Africa promosso dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità. 

In un contesto come quello delle navi, dove vengono preparati 54 milioni di pasti l’anno, non tutte le eccedenze possono essere evitate. Quindi non è strutturalmente possibile raggiungere l’obiettivo dello “zero-waste”. Costa ha trovato la soluzione per evitare che le eccedenze, ossia i pasti preparati e non consumati, diventino rifiuto. L’introduzione della Legge n. 166 del 19 agosto 2016 contro gli sprechi alimentari, promossa dall’on. Maria Chiara Gadda, ha permesso di concretizzare il recupero e il conferimento delle eccedenze alimentari alle comunità bisognose. Per la prima volta al mondo nell’intero settore marittimo, Costa Crociere ha quindi attivato un percorso insieme alla Fondazione Banco Alimentare Onlus per gestire la raccolta e la distribuzione a fini sociali dei pasti “ready to eat” non serviti a bordo, ad altissimo valore qualitativo e nutrizionale. Il programma – avviato per la prima volta nel luglio 2017 a Savona – è oggi attivo in Italia nei porti di Savona, Civitavecchia, Bari, Palermo, Genova ed è stato esportato come best practice italiana in Francia e Spagna, a Marsiglia e Barcellona, e, dallo scorso dicembre anche in Guadalupa e Martinica. Ad oggi sono state distribuite oltre 115.000 porzioni di cibo ad un totale di dodici associazioni che si occupano di persone in difficoltà. In questo modo è stato attivato e potenziato un significativo network internazionale tra il territorio, le comunità e le navi, rafforzando la loro interconnessione. 

 

Alco56

Autore: NicolaFank

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