Portogallo e Canarie su Queen Victoria

Un’altra bellissima avventura su una delle Regine Cunard, verso una meta non nuova per me ma con alcuni scali inediti che sono stato curioso di visitare.

Queen Victoria ha proposto un itinerario con partenza da Southampton verso Lisbona, Lanzarote, Gran Canaria, Tenerife, Las Palmas e La Coruna. La mia quarta esperienza su Cunard, la prima su Victoria, visite nave a parte. Una nave meravigliosa nei suoi arredi, curata nei minimi particolari, superba nella scelta dei materiali e nei suoi gusti eleganti ed accoglienti. Una nave non per tutti, certamente, forse poco attraente per bambini e giovanissimi, ma in grado di ripagare con la quiete e la serenità chiunque scelga di trascorrere le proprie vacanze a bordo. I ritmi lenti, la correttezza degli ospiti, la gentilezza del personale, le prelibatezze da assaporare fanno di Cunard una compagnia che richiama tempi ormai andati e sa far rivivere i fasti e le eleganze di un tempo.

Dopo il comodo e rapido imbarco a Southampton due giornate in navigazione aiutano a riposarsi immediatamente dallo stress del viaggio ed iniziare ad apprezzare l’accoglienza di Queen Victoria, la sua cucina, le sue musiche ed i suoi ambienti.

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Due bellissime giornate (non meterologicamente parlando…) trascorse a bordo e si giunge all’alba del quarto giorno a Lisbona. Sono stato molte volte nella capitale portoghese ma non mi annoio mai di girare fra i becos, arrampicarmi fra le scalinate che portano al Bairro Alto o all’Alfama, e ancora passeggiare lungo il Tago nella calma e tranquilla Belem. L’attracco, proprio in centro, mi ha permesso di tornare comodamente a bordo per pranzo e poi godere ancora della città fino all’ora della partenza. Partenza resa indimenticabile dal tramonto sul Tago e la temperatura mite che mi ha permesso di stare sui ponti esterni fino al completo calare del sole.

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Queen Victoria dal Miradouro de Santa Lucia

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Queen Victoria non era sola…

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I classici autobus di Lisbona

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Sé…la Cattedrale.

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La grandezza di Praca do Comercio

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Passeggiando in Rua Augusta…

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Mosteiro dos Jeronomos…

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Tramonto sul Tago…

Ci aspetta adesso un altro giorno di navigazione, che certo non pesa mai su Queen Victoria dove per chi ama le attività più rilassanti le ore volano e non ci si annoia mai. Che sia ora del tè, di un buon pranzo o di una lettura, ci si sente comunque a proprio agio.

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Arrivando in prossimità delle Canarie alla tranquillità e al dolce far niente dei primi giorni sopraggiungono ritmi più incalzanti. Ci attendono cinque giorni di scali consecutivi, uno in ciascuna delle isole previste in questo itinerario. La prima è quella di Lanzarote. Anche qui sono stato ormai numerosissime volte. Laddove non vi sono posti nuovi da conoscere, si torna allora dove si è lasciato un pezzo del nostro cuore: Playa Blanca, Puerto del Carmen, Haria, Teguise. Ogni volta che si osservano le colline, i terreni neri come la lava di cui sono cosparsi, il mare blu cobalto, si promette a se stessi di tornare al più presto, e godersi di quelle meraviglie fuori dal tempo per molto più di un solo giorno.

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Costa del Papagayo, nei pressi di Playa Blanca.

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Spiagge e paesaggi lunari a monte di Papagayo.

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Harìa.

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Teguise, la vecchia capitale dell’isola.

Il pomeriggio arriva presto e con esso l’ora della partenza. Lanzarote ci ha regalato una bella giornata di sole ed ahimè sarebbe stata l’ultima, i giorni successivi sono stati contraddistinti da instabilità, pioggia e temperature non proprio all’altezza delle aspettative per le Canarie.

Ciò non ha impedito di esplorare gli interni di Gran Canaria, l’indomani, è di godere dei panorami mozzafiato di quest’isola verdissima, in grado di coniugare grandi centri urbani mondani ed affollati a paesaggi incontaminati, a quote elevatissime e con una natura selvaggia. Alla guida di un’auto ho percorso l’isola fino alle coste meridionali di Maspalomas, con le meravigliose dune, Puerto Mogan chiamata la Venezia delle Canarie, ed addentrarmi poi nella montagna interna per tagliare verso la capitale. Un’esperienza meravigliosa, che la nebbia e la pioggia autunnale non sono riuscite a perturbare.

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Maspalomas: mondanità ma anche spettacolare natura.

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Puerto de Mogan.

 

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Entroterra di Gran Canaria…

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Il centro storico di Gran Canaria.

Tenerife è un’isola più grande, dove si alternano bei paesaggi e centri urbani più o meno attraenti. Ho visitato più volte varie località e questa volta ho preferito non fare grandi spostamenti, prendendo lo scalo molto comodamente e scendendo per una passeggiata soltanto a Santa Cruz, senza obiettivi particolari. La cittadina non mi ha mai attratto molto. Due passi nel centro sono sempre piacevoli, soprattutto se accompagnati dall’atmosfera natalizia, il viavai delle persone intente a far shopping ed un buon caffè fra la rigogliosa vegetazione di Plaza Weymer..

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Calle Castillo, sempre animatissima.

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Piazza Weyler.

Ancora Canarie l’indomani, uno scalo per me nuovo: Las Palmas. L’orario di sosta, sino alle 15,00, non mi permette di esplorare l’interno dell’isola come inizialmente programmato. Decido allora di rimanere nella città, Santa Cruz de la Palma, per visitarla in tranquillità. Cittadina molto bella, fra le più affascinanti e ben conservate fra quelle visitate nell’arcipelago. Tradizionali i balconi addobbati di fiori, ben tenuto il Castello, come i viali pedonali e la zona portuale. Una sosta davvero piacevole.

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Salpa presto Queen Victoria, le miglia da percorrere non sono così poche come quelle fatte da un’isola all’altra delle Canarie. L’indomani sono a Funchal, nella meravigliosa Madera, dove mi attende un giro per i luoghi più belli assieme ad un mio caro amico isolano. In molti scali già fatti a Madera, sono riuscito a scoprire angoli nuovi e viste mozzafiato, nonostante il clima, davvero inclemente. Siamo in uno scrigno ricco di sorprese, un’isola verde lanciata in mezzo all’Atlantico, con il carattere fortemente portoghese ed europeo ma al tempo stesso paesaggi così diversi e lontani da noi.

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La nave vista da Monte.

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Cattedrale di Monte.

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Da Curral das Freiras.

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Tradizioni di sempre…

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Panorama dall’Eira do Serrado.

Queen Victoria prosegue con la prua verso nord-est. Purtroppo la crociera ha superato la metà del percorso e già dispiace di poter godere ancora di pochi momenti a bordo. La giornata di navigazione che segue serve a far concentrare nuovamente l’attenzione sulle prelibatezze di bordo e l’intrattenimento della nave.

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Rimane uno scalo per completare l’itinerario ed è anche quest’ultimo per me nuovo: La Coruna. Al sabato mattina tutti ancora dormono quando inizio ad esplorare il centro cittadino, deserto ma affascinante. Calma assoluta nelle calle, lungomare, nelle balaustre vetrate tipiche della città. Mano a mano La Coruna si risveglia e persone del luogo iniziano a mescolarsi fra i turisti scesi dalla nave. Chiese antiche, messe fra palazzi più recenti appaiono qua e là. Prodotti tipici e cucina locale iniziano ad attrarre persone nelle vie prima vuote. I negozi tardano ad aprire ma in molti affollano il lungomare per prendere un po’ del sole che si affaccia fra le nuvole, per correre, per andare in bici. Al passeggio unisco la visita al Castello di San Anton e alla Torre di Ercole, entrambi siti molto interessanti e ben tenuti.

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La città dalla nave.

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Lungomare.

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Castello di San Anton, che ospita il Museo Archeologico cittadino.

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Torre di Ercole e panorama dall’alto.

La Coruna era l’ultimo scalo di questa crociera. Ci aspetta un’ultimo giorno di navigazione per raggiungere Southampton. L’Atlantico ci riserva un mare in burrasca, con vento fortissimo e un rollio davvero pesante. Il cielo plumbeo e le temperature ormai invernali costringono a stare all’interno, approfittando allora di un buon piatto in più e gettando gli ultimi sguardi su una nave che non finisce mai di stupire per la sua eleganza e raffinatezza.

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Una crociera bella e piacevole, all’altezza delle aspettative nonostante una sistemazione del terzo letto in cabina veramente scomoda ed infelice. Una macchiolina in una pagina ben scritta e che non avrei voluto girare cosi velocemente.

Gabriele Bassi

 

 

Autore: Magellano

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