Costa Deliziosa – Giro del Mondo 2013 – 06/01/2013 – 16/04/2013 di cris pat

“la vita e’ un viaggio, viaggiare e’ vivere due volte”

Il giro del mondo in 100 giorni


di Stelio e Cristina



Prologo
17 maggio 2011 : nasce l’idea, si decide ! 

18 maggio 2011 : si corre in agenzia e si prenota , 

mancano solamente 600 giorni alla partenza !! 

18 dicembre 2012 : arriva il biglietto …. é fatta, 

dobbiamo sopravvivere a questi lunghissimi 

20 giorni di attesa 

che ci separano dall’inizio di un sogno !

 

 

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Capitolo 1

“E il mare concederà ad ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni.” 
Cristoforo Colombo 

Prima tratta “Cristoforo Colombo”

Da Savona a Los Angeles 

Le meraviglie del nuovo mondo 

6 gennaio – 4 febbraio 
30 giorni / 29 notti



6 gennaio, Savona 
E’ finalmente arrivato il grande giorno,quello della partenza.

Fino all’ultimo abbiamo temuto che qualcosa andasse storto e che ci impedisse di partire; invece no, ce l’abbiamo fatta ad arrivare sani (?) e salvi all’appuntamento tanto atteso.

Alle cinque del mattino Il nostro amico tassista Paolo ci accompagna fino a Mestre, dove ci attende il pullman della Costa che ci porterà fino a Savona, dopo sei ore di viaggio.

Arriviamo al Palacrociere all’una e dopo le concitate operazioni di check-in prendiamo possesso della nostra cabina 4214 alle due in punto; conosciamo la nostra steward Myles, una bella ragazza delle Filippine,che si prenderà cura delle nostra cabina e di noi per tutto il viaggio.

Siamo stravolti dalla fatica del viaggio e dalla tensione, ma siamo ultra felici. Subito ci aspetta l’esercitazione obbligatoria di emergenza per familiarizzare con le procedure di sicurezza in caso di problematiche, il caso Concordia è ancora nelle menti di tutti.

Alle 18.00 in punto la nave molla gli ormeggi e parte per il lungo viaggio; è un’emozione incredibile e ci abbracciamo felici sul balcone di quella che sarà la nostra casa per i prossimi 100 giorni.

Alle 20.30 ci accomodiamo al Ristorante Albatros al tavolo 100, dove facciamo conoscenza dei compagni di viaggio di tavolo, tutti veneti che hanno viaggiato con noi in pullman da Mestre, e più precisamente : due coppie, Oscar e Laura di Mestre, Franco e Giorgia di Mira, una famiglia composta da papà Antonio, mamma Maria Teresa e figlia Giada, 25 anni, di Vicenza.

Troviamo subito il giusto feeling con tutti , certi che si andrà d’accordo e ci sarà da divertirsi anche a tavola.

Alle 22.00 andiamo a nanna, sfiniti ma felici, cullati da un mare mosso per il forte 
vento.

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7 gennaio, Marsiglia 
Dopo un lungo sonno ristoratore, primo risveglio a bordo e prima colazione con vista su Marsiglia.

Ci attende già alle otto la prima escursione “Costa” con meta Avignone e visita guidata alla città di Marsiglia, ma siamo ancora troppo stanchi per lo stress del giorno prima e così marchiamo visita.

Prendiamo la navetta dalla stazione marittima fino in centro città, dove saliamo su un trenino panoramico che ci porterà alla scoperta dei luoghi più belli di Marsiglia.

Facciamo la conoscenza della Signora Anna di Trieste, un’arzilla “vecchietta” di 75 anni,che gira il mondo da sola, la tipica triestina tosta ma simpatica.

Nel pomeriggio conosciamo il gruppo degli animatori e dei ballerini di bordo.

Stelio vuole che io impari a ballare e così comincio il mio primo corso di salsa; sarà un disastro, ma il divertimento è assicurato; gli animatori sono bravissimi e simpaticissimi e anche con loro stabiliamo subito un bel rapporto.

Sono i brasiliani Pietro, Graziela e Katia e i lombardi Maickol (scritto proprio così !) e Francesco.

Conosciamo due passeggeri brasiliani,una bellissima coppia, Joaquim e Dalva, ai quali insegniamo a giocare a burraco, anche con loro ci sarà da divertirsi.

Prima di cena ci gustiamo un bellissimo spettacolo di flamenco in teatro.

Dopo cena, balli sfrenati con i ragazzi dell’animazione e con gli amici veneziani; Stelio si scatena in un rock con la brasiliana Graziela …… speriamo in bene per la sua gamba !

Come primo vero giorno, non c’è male ! 

 

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8 gennaio, Barcellona 
Giornata da dimenticare !!

Ci rubano lo zaino, con tablet e carte d’identità, nel locale Starbucks di Barcellona, davanti alla Sagrada Familia.

Dopo la denuncia alla polizia, ritorniamo al bus navetta per il porto,percorrendo a piedi tutte le Ramblas e per consolarmi Stelio mi regala un gilet “Custo” ..

Fa un freddo cane, siamo arrabbiati, ma non ci faremo rovinare la crociera da questo incidente di percorso, e di sicuro non torneremo più a Barcellona!

 

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9 gennaio, navigazione 
Primo giorno di navigazione vera e propria.

Ne approfittiamo per approfondire la conoscenza con i nostri animatori, partecipando a giochi vari, quiz e ciacole.

Cocktail di gala con il Comandante Francesco Serra che si presenta agli ospiti e prima Cena di Gala, con relativo abbigliamento ….. mi ci dovrò abituare !

Mare mosso , tanto vento, si balla ! 




10 gennaio, navigazione 
Notte agitata causa il mare molto mosso, abbiamo ballato mica male e il risultato,grande notizia,Stelio col mal di mare,per la prima volta in vita sua !

Ha dovuto ricorrere alle pastiglie elargite dalla farmacia di bordo alla modica cifra di 12,00 euro; ma vuoi mettere la soddisfazione di essere andato in farmacia …già gli mancava.

Oggi si è formato il gruppo dei giocatori di burraco, anche grazie alla nostra collaborazione,giusto un primo incontro, tanto per conoscerci un po’ e fissare dei programmi per il futuro.

La prima impressione è che ci arrangeremo da soli, perché Paolo,l’addetto Costa alle carte,è più interessato al bridge e considera il burraco un fastidio.

Finisco la serata da sola in teatro , Stelio se ne sta calmo in cabina a smaltire i postumi del mal di mare, mentre io mi gusto un bellissimo concerto di una cover band dei Beatles.

 

 

11 gennaio, Madeira Funchal 
Finalmente arriviamo nella bellissima isola di Madera.

Non vedevamo l’ora di mettere i piedi a terra dopo due giorni di traballamenti. 

Escursione in taxi a Funchal , visita del centro città, primi acquisti di souvenir.

Pomeriggio escursione COSTA a Cabo Girao , quattro ore di pullman, toccando i punti più belli dell’isola, diverse soste e posti bellissimi, tempo splendido, il primo caldo.

Vediamo anche il quartiere dove è nato Cristiano Ronaldo. Stelio mi regale una bellissima collana con pendant di vetro,vero artigianato locale. 

Compriamo anche uno zainetto nuovo per rimpiazzare quello rubatoci a Barcellona.

 

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12 gennaio, navigazione 
Lasciamo Madeira e l’Europa e cominciamo la lunga traversata atlantica che ci porterà ai Caraibi.

Dobbiamo organizzare cinque lunghe giornate di navigazione, ma non sarà un problema perché le attività sono tante, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Innanzitutto ci gustiamo la vera prima giornata balneare, sole e lettino a bordo piscina sul ponte 9.

Conosciamo una simpatica coppia di svizzeri, Tarcisio e Anita, con i quali passiamo tutta la mattinata.

Poi diamo il via ad attività più dinamiche, come il ballo, cha cha cha e tango argentino di giorno, poi la sera balli sfrenati in piscina al ritmo della disco music.

Ho più ballato in questi primi giorni a bordo che per tutta la mia vita ed ho scoperto che mi piace un sacco ! 




13 gennaio, navigazione 
Vedi ieri. Oggi in più prima corsetta sul ponte 11, tanto per non intorpidirsi.

Anche se è domenica, non pensiamo troppo al calcio; è cominciata la cura disintossicante ! 



14 gennaio, navigazione 
Idem. Oggi abbiamo attraversato il Tropico del Cancro (ci danno anche il diploma). 



15 gennaio, navigazione 
Solite attività. Tempo sempre bello, anche se ventilato.

Cena di Gala. 



16 gennaio, navigazione 
Tutto come i giorni precedenti; unica novità, partecipiamo al primo torneo di burraco, organizzato da Mauro e Franca,una simpatica coppia di Cremona, senza infamia e senza lode, ma intanto affiliamo le armi.

Ormai si contano le ore che ci separano dallo sbarco ai Caraibi.

Bilancio di questi primi giorni più che positivo : ambiente ottimo, ottima la compagnia così come la qualità dei servizi, tutto all’altezza delle aspettative,per certi aspetti , anche oltre.




17 gennaio, Barbados 
E’ con grande emozione che mi sveglio all’alba per vedere le coste di quest’isola caraibica.

Per me è la prima volta sul continente americano e soprattutto in queste splendide isole.

Ci organizziamo con gli amici veneti e con un taxi facciamo un giro panoramico nei posti più belli dell’isola (100 USD !!) ed una passeggiata con shopping nel centro città di Bridgetown,la capitale, che troviamo abbastanza pulita e ordinata,ambiente di stampo british.

Ci facciamo lasciare alla spiaggia Accra Beach dove faccio il mio primo splendido bagno nelle acque più cristalline che finora abbia mai visto, una favola ! 

 

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18 gennaio, Grenada 
Scendiamo a terra direttamente in città, St. Georges, che troviamo subito più brutta e più povera di Bridgetown. 

Dopo il solito giretto dedicato allo shopping andiamo,con Oscar e Laura,con un taxi alla Grand Anse Beach,la spiaggia più bella dell’isola.

Qualche lite con tassisti e bagnini per i costi sempre troppo esosi quando si tratta di poveri crocieristi; non siamo polli da spennare !

Al rientro in nave, cominciamo a sentire i primi effetti del sole dei Caraibi; nonostante tutte le nostre precauzioni, ci scopriamo abbastanza bruciacchiati !

… e vai !! 

 

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19 gennaio, navigazione 
Dopo due intense giornate di tour fra città e spiagge, finalmente un giorno di relax a bordo, si fa per dire relax, perché in nave fervono le attività; corsa mattutina in compagnia di Davide,un simpatico ragazzo quarantenne veneto che viaggia da solo; poi proseguo,a fatica, il mio corso di tango, e per finire in gloria la giornata, mi esibisco al karaoke !

Oggi ho fatto anche la mia prima capatina dal parrucchiere di bordo, 55,00 euro per un piccolo taglio di capelli !


 


20 gennaio, Curacao 
Scendo a terra da sola, per la mia prima escursione in solitario.

Stelio rimane a bordo, per lui è troppo caldo ed è meglio evitare guai.

Visito la bellissima città di Willemstad,la capitale, dove tutto parla olandese; poi con un autobus turistico faccio un tour dell’isola con sosta alla spiaggia Mambo Beach, purtroppo affollata da una marea di gente; siccome è domenica oggi ci sono tutti i locali, in più c’è anche una gara di triathlon; risultato gente,musica caraibica a manetta, insomma un gran casino, rispetto alle spiagge solitarie e silenziose viste fin’ora. Isola molto bella,pulita e ordinata, ci si potrebbe vivere ! 

 

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21 gennaio, Aruba 
Oggi lascio perdere il tour della città di Oranjestad, dello stesso stampo di Willemstad, e con i veneti vado in taxi alla spiaggia Eagle Beach, in assoluto la più bella spiaggia delle quattro che ho visto fin’ora: sabbia bianchissima, pochissima gente, acqua splendida,anche se più fredda, la vera spiaggia caraibica, da cartolina !

Rientro a mezzogiorno perché all’una la nave già salpa.

Nel frattempo Stelio si fa un giretto solo soletto in città e ne approfitta per comprarmi un bellissimo pendant con orecchini ……. 
Che amore ! 

 

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22 gennaio, Colombia – Cartagena 
Escursione alla scoperta della città con COSTA bus; fa un caldo terrificante, 35 gradi con un’umidità pazzesca, per fortuna sul bus si sta bene.

Visitiamo i posti significativi della città,che è molto grande; il mercato dell’artigianato colombiano,la città vecchia,il lungomare,il primo internet point.

Alle due, solo pochi coraggiosi ,fra i quali io, lasciano il fresco del bus per affrontare la dura salita del Forte Spagnolo che sovrasta la città.

Torniamo distrutti dal caldo e dalla fatica, ma contenti di questo bel giro.

Stelio ha tenuto botta alla grande e ha fatto amicizia con l’autista del bus,visto che ha passato più tempo con lui che con me ! Città bella, ma troppo grande.

 

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23 gennaio, navigazione 
Vinto il nostro primo torneo di burraco !

Ormai tutti ci rispettano e ci temono !

Cena di gala.

Ci fanno un bel servizio fotografico vestiti “da festa” !




24 gennaio, Costarica – Puerto Limon 
Con Oscar e Laura organizziamo la spedizione; troviamo un tassista efficiente, Super Mario, che ci scarrozza in giro per la città , povera e sporca, non facciamo nemmeno shopping; ci lascia per tutta la mattina alla spiaggia Playa Bonita,secondo lui la migliore della zona,per noi la più brutta di quelle visitate, sporca e povera come la città.

Per 30 dollari ci accaparriamo gli unici lettini,sgangherati,e ci piazziamo sotto una palma gigantesca.

L’acqua è calda e ci sono onde alte nelle quali ci tuffiamo alla grande per un bagno meraviglioso.

Mario ci accompagna quindi al Ristorante El Faro in cima ad una collina con splendida vista sulla baia e, dopo una scorpacciata di aragoste, ci riporta alla nave, il tutto per 50 USD.

Lungo la strada avvistiamo degli avvoltoi.

E’ stata una bella giornata, anche se il posto era il più brutto di quelli visti fin’ora. E io sono già in fibrillazione per la giornata di domani ! 

 

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25 gennaio, Canale di Panama 
Fin da ragazzina, appassionata com’ero di geografia, sognavo di attraversare il mitico Canale di Panama, e adesso ci sono per davvero, non è più un sogno !

Mi alzo alle tre di notte perché l’arrivo nella baia di Colon è previsto per le quattro.

Salgo al ponte 11 a prua e di lì non mi muoverò più per tutto il giorno, a parte piccole pause per colazione e pranzo.

Mi godo per intero uno spettacolo unico ed emozionante.

Alle 5,20 la nave entra nelle prima chiusa,Gatun, per uscirne dopo circa due ore;attraversiamo il lago di Gatun,contornato su ambo i lati da una lussureggiante foresta;alle 11,45 entriamo nella seconda chiusa,Pedro Miguel e alle 15,00 usciamo dalla terza e ultima chiusa, Miraflores ,dopo essere passati, a filo, sotto il ponte delle Americhe.

Siamo finalmente nell’Oceano Pacifico e sullo sfondo si stagliano imponenti i grattacieli di Panama City.

Per i dettagli del passaggio vedere servizio fotografico.

Questo sarò sicuramente uno dei giorni più emozionanti di tutto il viaggio.

Stelio Murkel invece si gode tutto questo spettacolo dalla TV della cabina che trasmette in diretta il passaggio, afflitto da una forte faringite, che lo costringerà a visitare per la prima volta l’ospedale di bordo, del quale diventerà nei giorni a seguire un affezionato frequentatore.

Per finire in bellezza la giornata, Canal White Party in piscina, tutti vestiti di bianco.


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26, 27, 28 gennaio in navigazione 

 



29 gennaio, Messico – Puerto Vallarta 
Finalmente dopo tre lunghi, ma non noiosi, giorni di navigazione tocchiamo terra in Messico, accolti da un’orchestrina di mariachi.

Per fortuna la temperatura è più sopportabile rispetto ai giorni precedenti, anzi spira un bel venticello.

Stelio è costretto ad annullare la già programmata escursione alle Isole Marietas, visto il perdurante stato di raffreddamento.

Ci accontentiamo,per modo di dire,di un giro in città con un taxi,in compagnia di Oscar e Laura, ormai fedeli compagni di merende (a base di aragoste).

Troviamo la città molto ordinata e pulita, bello anche il lungomare ricco di locali e negozi di artigianato locale, e allora … vai con lo shopping !

Notte tormentata, vento forte mare grosso , si balla forte … anche nel letto. 

 

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30 gennaio, Messico – Cabo San Lucas 
Arriviamo verso mezzogiorno nelle acque agitate del Golfo di California e ci mettiamo all’ancora nella rada davanti al porticciolo di Cabo San Lucas.

Il panorama è splendido.

Io scendo con la lancia e giro da sola per la bella cittadina, dove di messicano c’è solo il folclore e le bancarelle, tutto il resto parla americano, a partire dai ricchissimi Yachts ancorati nel marina; tutto pulito e ordinato, e tanta security.

Nel negozio del marina compro una bella camicia per Stelio, quella in dotazione al loro personale, così potrà sfoggiarla quando tornerà alla Vela.

Stelio invece partecipa all’escursione Costa safari fotografico balene, una gita in 
gommone, ma tornerà assai deluso, perché di balene appena appena l’ombra, mare 
mosso,niente sole, …. tanti soldi spesi per niente.

In serata ci godiamo in teatro un bellissimo spettacolo, I have a Dream, in cui i protagonisti ,cantanti e ballerini, sono i dipendenti della nave, veramente bravi.

Alla fine ci congratuliamo con loro, ormai siamo diventati amici con tanti di loro, ci sembra di conoscerci da sempre, è proprio un bell’ambiente ! 

 

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31 gennaio, navigazion
Oggi è solo una giornata di attesa in attesa dello sbarco in California di domani .

Ci troviamo con gli amici per programmare le gite in terra americana.

Uao, non vediamo l’ora !




1 febbraio , USA California – San Diego 
Primo giorno negli U.S.A. !!!! Sveglia alle 6.00, perché alle 7.00 ci aspetta la polizia americana per le procedure di controllo dell’immigrazione : si tratta di un controllo “face to face” di ogni passeggero,munito di passaporto,visto,costa card e tiket.

L’efficienza del personale Costa e della polizia americana fanno si che il tutto si concluda molto velocemente, così che alle 7.45 possiamo già salire sul pullman che ci porterà in escursione alla scoperta di San Diego. 


Attraversiamo il quartiere Gaslamp ,il cuore finanziario della città,poi ci dirigiamo verso il paese La Iolla,sulla costa,dove c’è un parco naturale marino pieno di leoni marini e tanti altri animali e volatili in libertà … molto bello!

Poi puntiamo su Balboa Park ,grande centro polifunzionale con musei,giardini e tante altre attrazioni,purtroppo il tempo a nostra disposizione non è sufficiente per godere di tante bellezze, solo un rapido sguardo a tutto e poi via,rientro in nave.

Nel pomeriggio torniamo in taxi a Gaslamp, facciamo un po’ di shopping e piano piano torniamo indietro a piedi.

Bella città,ordinata e pulita e gentilissime tutte le persone che abbiamo incontrato.

E’ stata una giornata faticosa,soprattutto per Stelio che ha camminato parecchio.

 

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2 febbraio , USA California – Los Angeles

Dopo aver percorso 8900 miglia marine, arriviamo a Los Angeles nel porto di San Pedro, a 40 km dal centro città.

Partiamo in escursione con Bus costa alla scoperta delle famosissime spiagge di Malibù e Santa Monica, una grossa delusione,in Italia abbiamo di meglio.

Poi via verso la città, Beverly Hills e Rodeo Drive, anche qui aspettative deluse: ambienti artefatti e irreali, troppo distanti dal vivere comune ! 

Rientriamo delusi in nave, siamo stati ore in pulmann , perché le distanze sono immense e tutto è lontano. Pomeriggio a bordo. 

 

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3 febbraio , USA California – Los Angeles 
Decidiamo di andare in taxi a Downtown, più che altro perché è un must, ma,dopo la delusione di ieri,avremmo anche potuto farne a meno.

Dopo aver girato tutte le colline ed i canyons attorno alla città ci fermiamo sul Sunset Boulevard per vedere le stelle sul marciapiede; poi scendiamo giù a Brodway e facciamo una piccola passeggiata sulla tanto rinomata via.

Noi l’abbiamo trovata sporca e piena di chicanos e tanti negozietti di brutta chincaglieria.

Stelio si compra pure un paio di scarpe.

Dopo tre ore di tour, il tassista pachistano ci riporta in nave, costo dell’operazione 180 dollari, divisi con Oscar e Laura.

Pomeriggio Stelio rimane a bordo mentre io esco da sola.

Prima vado a visitare l’incrociatore della Marina Americana IOWA, ormeggiato vicino a noi: self guided tour molto bello e interessante.

Poi con un trenino d’epoca faccio il tour a San Pedro Downtown e tutto il Waterfront del porto : niente di emozionante, San Diego era decisamente di un altro livello.

 

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Fine prima tratta

 

 

Capitolo 2

“Ambivo non soltanto ad andare 
più lontano, ma tanto lontano, 
quanto fosse possibile andare.” 
James Cook 


Seconda tratta “James Cook” 
Da Los Angeles a Singapore 
I segreti dell’emisfero australe 
4 febbraio – 15 marzo 
39 giorni / 38 notti



5 e 6 febbraio , USA California – San Francisco 
Sveglia di prima mattina per trovarmi pronta a prua ad assistere al passaggio sotto il mitico Golden Gate Bridge, simbolo della città, ed all’ingresso nella bellissima baia,costeggiando l’isolotto di Alcatraz. 

E’ un momento emozionante che condivido con centinaia di persone munite di obiettivi che sparano foto a raffica per immortalare uno dei passaggi più stupendi di questo giro. 

Attracchiamo al Pier 35 e siamo pronti per invadere la città. 


Partiamo in dieci e ci dirigiamo subito verso la stazione della Cable Car, il mitico trenino aperto, con il quale ci arrampichiamo su e giù per le strade della città. 

A Union Square, capolinea e cuore della City,scendiamo e proseguiamo il nostro tour da soli, prima a piedi per le vie del centro e poi con un taxi che ci porta nei luoghi più importanti, come la famosa Lombard Street, e giù fino al Fischermann’s Wharf,il quartiere dei pescatori, proprio in fianco al nostro molo. 

Qui ci incontriamo con gli amici e per pranzo ci scappa la solita aragosta. 
Il tempo è bello ma la temperatura è invernale. 

Dopo una sosta per il dovuto riposo, ripartiamo con un altro taxi alla volta di China Town,altro must della città,prima di far ritorno al Fischermann’s Wharf dove era programmata una romantica cenetta a due al famoso Pier 39, ma, vuoi per la stanchezza vuoi per il freddo cane, rinunciamo alla serata e ritorniamo al calduccio della nostra nave. 


Da qui ci godiamo il bellissimo panorama notturno della città. 

Al mattino seguente è in programma la gita Costa, tour completo della città. 


Stelio vi rinuncia,ancora provato dal tour de force del giorno prima,così me ne vado da sola in pullman alla scoperta dei luoghi più incantevoli della città, alcuni già visti ieri : passaggio sopra il Golden Gate, visita del Goden Gate Park,salita a Twin Piks,punto più alto della città, White Cliffs,faraglioni a picco sull’oceano, di nuovo China Town,Little Italy e le vie principali della città. Proprio una bella gita, con una brava guida. 

Unico rimpianto,è mancato il tempo per una visita al famigerato carcere di Alcatraz, peccato. 


Rientro in nave e alle due di pomeriggio si salpa, destinazione Hawaii,
ci attendono 2.100 miglia marine e quattro lunghi giorni di navigazione: 
dopo le fatiche californiane ci vuole un po’ di riposo. 

Piccole riflessioni sulle California: a parte la bellezza e la pulizia delle città e dei luoghi visitati, comunque note,la cosa che più ci ha stupito è stata la gentilezza e la disponibilità dei californiani; tutte le persone con cui abbiamo avuto a che fare,tassisti,commessi,camerieri,guide,poliziotti, ecc. si sono comportati sempre in maniera cordialissima, sempre sorridenti e pronti a servirti nel modo più amichevole, una vera sorpresa per noi italiani che vediamo sempre gli americani sguaiati e sbruffoni.

 

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7,8,9 e 10 febbraio , in navigazione 
Quattro giorni da dimenticare.

Prima il mal di mare , causa mare molto mosso, poi , per il grande freddo patito a San Francisco,la febbre e la tosse mi affliggono per tutta la traversata. 


Rimango chiusa in cabina, prendo antibiotici e tachipirina,sperando di rimettermi in sesto per l’arrivo a Honolulu. 


Stelio mi assiste amorevolmente e continua la sua vita di bordo fra tornei di burraco e ciacole con gli amici. 


Io mi rammarico per le tante attività che mi perdo,prima fra tutte,le lezioni di ballo ! Pazienza. 





11 febbraio , USA Hawaii – Honolulu 
Con nostro grande stupore ci accoglie l’isola di Ohau con la sua capitale Honolulu ricoperta di grossi nuvoloni neri ed una pioggia sottile e fastidiosa. 


Non crediamo ai nostri occhi. 
Dal giorno della nostra partenza non avevamo mai avuto brutto tempo e proprio qui dovevamo incontrarlo! 

Io, ancora spossata per la malattia,non ho ancora la forza per uscire dalla nave, così Stelio se ne va da solo alla scoperta dei dintorni e con un taxi raggiunge l’Ala Moana Center, che scopriremo poi essere il secondo centro commerciale per grandezza di tutti gli USA, una cosa impressionante. 

Scopre subito che i tassisti sono tutti “gialli” e parlano un pessimo inglese. 


Nel pomeriggio usciamo insieme e con un altro taxi andiamo fino alla famosissima spiaggia di Waikiki Beach; 
altra delusione, non è altro che una striscia di sabbia incuneata fra il mare e gli 
alberghi, stretta e affollata di gente, insomma niente a che vedere con le paradisiache spiagge dei Caraibi. 

Dopo un paio d’ore a zonzo per la città torniamo a bordo, stremati e un po’ delusi, non era questa l’Honolulu che ci aspettavamo, e soprattutto Stelio,che aveva grandi aspettative, è abbastanza contrariato. 

 

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12 febbraio , Hawaii – Honolulu
E’ in programma l’escursione, da me tanto attesa, a Pearl Harbur.


Appena arrivati in bus a destinazione,Stelio non si sente bene e abbandona la compagnia,tornandosene indietro in taxi. 

Io invece mi godo ogni momento della visita in questo sito storico, assorbendo tutte le informazioni possibili; 
assisto alla proiezione del filmato storico,davvero emozionante, prima di visitare l’ Arizona Memorial, il sacrario sull’acqua; 
l’atmosfera che si respira è carica di commozione e tutti partecipano compunti all’evento.

Lasciata Pearl Harbur, proseguiamo il tour guidato , visitando il Punchbowl Crater, 
immenso cimitero militare immerso nel cratere di un vulcano, e poi attraverso le vie e i luoghi più importanti della città,come il Palazzo Reale e il Palazzo del Governatore. 


Dopo cinque ore di tour ritorno in nave che lascerà gli ormeggi alle 18.00, direzione Isole Samoa.

 

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13 febbraio , in navigazione 
Tempo in miglioramento ma gli strascichi della malattia ci impediscono ancora le attività outdoor; ci dedichiamo pertanto a quelle indoor, vincendo il nostro secondo torneo di burraco ,niente male per due convalescenti, ancora un po’ imbranati. 

Gli altri giocatori cominciano già a guardarci male ,stiamo vincendo troppi premi !




14 febbraio , in navigazione 
Serata di Gala e San Valentino !

 

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15 febbraio , in navigazione 
Oggi è un giorni importante, alle ore 9.30 c’è il passaggio dell’ Equatore , 
che si festeggia con una grande festa in piscina, allietata da un gruppo folcloristico polinesiano !





17 febbraio , American Samoa – Pago Pago 
Un cielo plumbeo ci accoglie al nostro arrivo nel porto naturale di Pago Pago,
capitale dell’isola di Tutuila nell’arcipelago delle American Samoa. 


La vista è comunque splendida e la vegetazione che sovrasta le acque è lussureggiante. 

Organizziamo col solito gruppetto di amici un giro per l’isola con un bus locale, 
antiquato ma molto pittoresco. 

L’autista, molto cordiale e servizievole, ci guida alla scoperta dei posti più belli dell’isola,lungo strade abbastanza disastrate, attraversando zone devastate dallo tsunami nel 2009. 

Ci fermiamo quindi a fare il bagno in una splendida e solitaria spiaggia, nel villaggio di Alega;l’acqua è meravigliosa,calda e cristallina e ci godiamo un bagno favoloso prima di riprendere il nostro tour. 

Dopo quattro ore rientriamo soddisfatti a bordo. 

Nel pomeriggio io vado da sola a fare una lunga camminata nei dintorni del porto per vedere quel poco che c’è, due negozietti,un piccolo museo di folclore locale e gli edifici pubblici; 
quindi mi raggiunge Stelio ed insieme facciamo un po’ di shopping nel mercatino locale allestito proprio sotto la nave. 

Impressioni: isola molto selvaggia,ancora autentica nella sua semplicità, 
e popolazione attenta alla salvaguardia delle proprie tradizioni; 
niente turismo di massa e nessun simbolo del consumismo occidentale,
benché si tratti di un protettorato statunitense e la moneta ufficiale sia il dollaro americano , insomma, una bella sorpresa dopo la delusione hawaiana. 

 

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Grande avvenimento del giorno : durante la notte tra domenica 17 e lunedì 18 febbraio si effettuerà il cambio data, pertanto dal giorno domenica 17.02.2013 si passerà direttamente al giorno martedì 19.02.2013, attraversando la nave la linea internazionale del cambio di data,che segue in gran parte il 180° meridiano. 

Avendo viaggiato verso ovest avevamo rimesso all’indietro l’orologio di un’ora ogni volta che si attraversava un fuso orario, in totale 11 volte.

 

 

20 febbraio , Isole Figi – Suva 
Arriviamo nel porto di Suva,capitale delle Isole Fiji,sull’isola di Viti Levu, 
accolti da una leggera e fastidiosa pioggerellina e da una tremenda cappa di umidità,
altro che cieli blu e spiagge bianche ! 

Rinunciamo al giro balneare e ci accontentiamo di un tour in taxi in giro per la città 
e le sue vicinanze, solite cose, i palazzi governativi,le ambasciate straniere, il museo, lo shopping di prodotti locali,persino una visita veloce in farmacia ! 

Ci siamo poi inoltrati in una stradina sterrata che ci ha portati in una 
lussureggiante foresta pluviale con delle cascate.

Tutto bello, ma niente di eccezionale, ci aspettavamo ben altro da queste 
tanto decantate isole, anche per colpa del tempo ! 

Dopo un ultimo giro nella zona del porto, rientriamo a bordo giusto in tempo per assistere ad un concerto di commiato della banda della polizia locale, che dalla banchina ci saluta, continuando a suonare fin tanto che la nave non sarà lontana all’orizzonte. B U L A ! 

 

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21 e 22 febbraio , in navigazione 
Novità a bordo: vengo coinvolta nel mondo del volley ! Gioco per due ore,
unica donna in mezzo a tanti maschietti, ma mi difendo alla grande e alla fine tutti mi fanno i complimenti. 

Bollettino medico : ginocchia sbucciate e tanto acido lattico nelle gambe, ma tanta soddisfazione! 

Per finire in gloria queste due giornate, mi classifico al secondo posto, su centocinquanta concorrenti, nel concorso fotografico, per il grande lavoro di raccolta voti fatto da Stelio, ma soprattutto per merito di questa fotografia

 

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23 febbraio , Nuova Zelanda – Auckland 
Altra tappa fondamentale di tutto il giro del mondo : Kia ora in Nuova Zelanda, 
accolti dall’imponente skyline di Auckland, uno spettacolo incredibile ! 

E via col pullman Costa alla scoperta di questa splendida città , un giro dei punti più significativi :
il Domaine Park con il Museo della Guerra, il quartiere di Parnell,il più antico della città,con i suoi locali caratteristici e negozietti di artigianato locale, la strada costiera con le spiagge cittadine (vuote!!),la collina da cui si gode uno splendido panorama sul golfo di Hauraki,l’Harbour Bridge e per finire la Queen Street,la via più in del centro città. 

Dopo un pasto super veloce in nave, usciamo di nuovo, da soli, e con un taxi raggiungiamo Westheaven Marina, sede dell’Americas Cup e base logistica del Team di Luna Rossa. 

La segretaria del team,gentilissima,ci avvisa che purtroppo la barca è fuori per allenamento e non è possibile visitare la base; comunque si intrattiene volentieri con noi e ci offre pure da bere ! 

Rientriamo a piedi lungo tutto il Waterfront del porto,pieno di vita,locali e allegria, il tempo è buono e l’umore pure;
percorriamo infine tutta la Queen Street e dopo un po’ di shopping rientriamo in nave. 

Verso le 19,00 ci piazziamo sul ponte superiore per assistere al rientro in porto di Luna Rossa ed al distacco della nave dal molo, sotto le luci di uno splendido tramonto. 

Città bellissima, ma troppo grande per essere visitata in un giorno solo, peccato!

 

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25 febbraio , Nuova Zelanda – Wellington 
Dopo l’ingresso nella bellissima baia di Wellington, attracchiamo al molo proprio 
di fronte al Westpac Stadium, dove giocano i mitici All Black ! 

Mattinata libera per il nostro tour privato. 

Raggiungiamo Downtown con lo shuttle bus e ci facciamo una lunga passeggiata per le vie del centro. 

Ci rendiamo subito conto della differenza con Aukland: Wellington è più piccola e più raccolta,molto più tranquilla e vivibile nonostante sia la capitale dello Stato e qui siano concentrati ministeri,ambasciate, uffici pubblici e diverse università; 
è una città meno turistica con pochi negozi di souvenir e più negozi per la gente del posto, prezzi più cari che in Italia;
compriamo la t-shirt originale degli All Blacks per Italo. 

E’ tutto pulito e molto ordinato, delinquenza zero, difatti non si vedono poliziotti né vigili urbani ! 

Nel pomeriggio, escursione guidata con bus Costa. 

Giro nei dintorni della città,lungo la strada che costeggia le spiagge (vuote anche qui, temperatura acqua 16° !) e salita al Mount Victoria,punto più alto della città,
da dove si gode un panorama bellissimo su tutta la baia. 

Poi via verso i giardini botanici, di nuovo attraversamento del centro e visita al Museo Te Papa, che in lingua maori significa Scrigno, un contenitore di gioielli artistici,naturali e reperti di cultura maori; 
purtroppo l’ora che abbiamo a disposizione per la visita è largamente
insufficiente per godere di tante bellezze, è solo un assaggio. 

Alle 20.00 la nave molla gli ormeggi,ripercorrendo il canale con le luci del tramonto. 

Ci resterà un bellissimo ricordo di questa terra lontana (Aoteroa), così tranquilla e ordinata,ricca di bellezze naturali e dove la qualità della vita non conosce eguali.

Attraversiamo lo Stretto di Cook e ci immettiamo nel Mar di Tasman, con destinazione Australia.

 

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28 febbraio , Australia – Sydney 
Alle 9.00 del mattino avvistiamo le coste dell’Australia e alle 11.00 entriamo nel canale di accesso a Port Jackson,il più grande porto naturale del mondo, e a Sydney. 

L’emozione di aver raggiunto una meta così attesa è però mitigata dal tempo atmosferico che proprio non ci aspettavamo : cielo grigio e nuvoloni carichi di pioggia ! 

Comunque lo skyline è eccezionale anche con la pioggia ! 

La nave attracca in una base militare a Wooloomooloo Bay,vicino alle navi da guerra australiane, dove resteremo solo questa notte, per poi spostarci all’Overseas Terminal Passengers,in pieno centro cittadino,proprio di fronte alla Sydney Opera House. 

Dopo un velocissimo pranzo a bordo, un bus navetta ci porta direttamente nel centro città e da qui saliamo sulla Sydney Sky Tower, alta 250 metri, dalla quale si gode uno splendido colpo d’occhio sulla baia e su tutta la città, fino alle Blue Mountains; 
peccato che il cielo plumbeo ci impedisca di scattare delle foto che sarebbero state bellissime; 
comunque ci viene data la possibilità di ritornare un’altra volta, senza pagare il biglietto (questa si che è civiltà !). 

Ritorniamo sulla terra, e ci tuffiamo nelle vie dello shopping cittadino : è tutto un fiorire di negozi, locali, centri commerciali, ma tutto di classe, niente paccottiglia per turisti; 
compriamo un cappello di pelle di coccodrillo per Stelio ed una bella giacca da sera per me, roba buona a prezzi decenti. 

Nonostante sia una metropoli, si respira ovunque un’aria tranquilla, una sensazione di benessere totale, tutto pulito e ordinato, le persone molto gentili, proprio come uno si immagina l’Australia !

 

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1 marzo , Australia – Sydney 
Sotto una pioggia battente saliamo sul Bus Costa ,alla scoperta delle principali attrazioni di Sydney. 

Appena usciti dal porto attraversiamo King’s Kross, noto quartiere a luci rosse della città, ricco di locali “equivoci”, ma qui completamente legalizzati; 
poi via verso Bondi Beach,la più famosa spiaggia della città.

Ci fermiamo solo il tempo necessario per scattare due foto bagnate e nonostante la pioggia battente c’è un sacco di gente in acqua a fare surf come nulla fosse, 
oltre a tutti quelli che fanno jogging; questi australiani sono proprio dei duri! 

Ci spostiamo quindi a Darling Harbour, dove un’imbarcazione a pale ci porterà in giro per la baia, con pranzo a bordo; 
peccato che la pioggia rovini anche questo giro,che altrimenti sarebbe stato delizioso. 

Tornati con i piedi (bagnati) per terra,andiamo a visitare la storica zona di The Rocks, dove è stata fondata l’Australia,con il suo affascinante labirinto di case a schiera,magazzini ristrutturati,pub e ristoranti. 

Poi via verso il più celebre capolavoro architettonico cittadino, la Sydney Opera House, dove una guida locale ci illustra il particolare processo di costruzione e ci conduce in tre diverse sale, dove si stanno tenendo le prove per i concerti serali, uno degli Eagles (!) ed una rappresentazione della Boheme. 

Io e Stelio abbiamo anche il privilegio di passare per i sotterranei dove si costruiscono tutti gli scenari e dove sono tutti glia apparati tecnologici che rendono possibili tutte le rappresentazioni. 

E’ una cosa impossibile da descrivere,se non si vede con i propri occhi non è possibile rendere l’idea di cosa rappresenti questo imponente ma armonioso edificio; solo questa visita valeva la giornata ! 

Rientriamo in nave,dopo aver attraversato i quartieri commerciali e la zona di Paddington, sobborgo vittoriano alla moda,caratterizzato da case a schiera riccamente decorate. 

Ci sarebbe ancora una sosta da fare , nel bellissimo punto panoramico di Mrs. Macquires Chair, ma il popolo del Bus , stremato da otto ore di gita e distrutto dalla pioggia, decide all’unanimità di rinunciare all’ultima attrazione pur di rientrate al calduccio della nave ! 

Ma la nostra faticosa giornata non è ancora finita. 

Alle 21.00 la nave lascia la banchina di Garden Island per spostarsi al Overseas Passenger Terminal a Circular Quay (2,5 Km circa). 

Seguiamo dal ponte 6 di prua a tutta la manovra, ammirando il bellissimo skyline notturno della città,l’Harbour Bridge illuminato e l’Opera House, ancor più bella che di giorno, che avremo proprio di fronte alla nostra cabina : 
uno spettacolo unico. 

La nuova sistemazione è proprio nel centro di The Rocks, così scendiamo nuovamente a terra, per una passeggiata nel quartiere e lungo la George Street,la via che collega l’Harbour Bridge con il centro città. 

C’è molta vita notturna, locali pieni,tanta gente allegra per strada,solo giovani. 

La stanchezza però ha il sopravvento e per il rientro dobbiamo prendere un taxi. 

Raggiungiamo stremati la nostra cabina, per fortuna la giornata è finita !

 

 

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2 marzo , Australia – Sydney 
Ci organizziamo da soli la nostra giornata libera da impegni di gruppo. 

Andiamo in taxi a Darling Harbour, tappa obbligata per i turisti per i suoi numerosi ristoranti e negozi, ma importante per noi che andiamo a visitare il Wildlife Park e l’ Aquario Sea Life dove ammiriamo tutti gli animali che vivono in questo emisfero, canguri,koala,lupi della Tasmania, il dugongo e pesci di ogni tipo. 

Stelio è estasiato da tanta fauna e non sente nemmeno la stanchezza di un’altra mattinata impegnativa. 

Ci fermiamo a mangiare in un bel locale con vista sul porto e poi, a bordo del treno monorotaia raggiungiamo il centro città; 
qui risaliamo sulla Sydney Tower, e,grazie ad un pallido sole, vediamo qualcosa in più della prima volta. 

Approfittiamo quindi dei negozi alla base della Torre per fare ancora un po’ di shopping. 

Torniamo in taxi alla nave, ma siccome è ancora presto, io torno da sola a The Rocks, dove c’è un bel mercatino di prodotti artigianali australiani. 

Mi dirigo poi verso l’Harbour Bridge, che vorrei percorrere in tutta la sua lunghezza, 
ma il tempo,ormai agli sgoccioli e la pioggia incessante, mi fanno desistere a metà del ponte, dal quale mi sono comunque goduta la vista sulla città e sul porto ed ho fotografato la nave dall’alto. 

Rientro di corsa, in tempo per la partenza della nave,che molla gli ormeggi alle 18.00, con destinazione Melbourne (600 miglia marine). 

Ripercorriamo le 10 miglia di acque interne che ci separano dal mare aperto del Mar di Tasmania. 

Lasciamo la bellissima Sydney, con il grande rimpianto del brutto tempo che
ci ha accompagnato per tutti i tre giorni : 
è senza ombra di dubbio la città più bella che abbiamo visitato fin’ora, peccato non averla vista con il sole ! 

E ci hanno pure detto che qui non piove quasi mai !!!!!!!!!!

 

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4 marzo , Australia – Melbourne 
Dopo essere entrati nella baia di Port Phillip e percorso 50 miglia di acque interne, raggiungiamola città di Melbourne, capitale dello stato di Victoria, collocata nell’estremità sud-orientale del continente australiano. 

Per fortuna il tempo è bello, splende un bel sole e la temperatura è gradevole, quello che ci serviva dopo tutta l’acqua di Sydney ! 

Con il Bus Costa raggiungiamo subito il Centro Città dove ci attende una visita al Melbourne Museum, il più grande museo dell’emisfero australe; 
purtroppo la sezione che più ci interessa, quella dedicata al mondo degli aborigeni, è chiusa per restauri. 

La città è bella, non come Sydney però, con ampi e interminabili viali delimitati da filari di alberi secolari, fantastici parchi e giardini, ristoranti e caffè ed un elegante fiorire di negozi e boutiques. 

Vediamo i punti più caratteristici della città come il Queen Victoria Market, la St. Patrick’s Cathedral, i Fitzroy Gardens,la Parliament House e la storica Flinders Street Station. 

Ci imbarchiamo infine su un battello sul quale risaliamo lentamente il fiume Yarra, 
che attraversa tutta la città,ammirando i giardini caratteristici,i parchi e alcuni dei famosi impianti sportivi, come la “Rod Laver Arena”. 

Rientro in nave per un pranzo veloce, dopodiché ritorniamo Downtown, questa volta a bordo del tram cittadino; 
rapido giro per la via principale, Collins Street, e poi via, sempre in tram, verso St. Kilda Beach, la spiaggia più bella della città, che avevamo già ammirato da lontano dalla nave. 

Fa caldo, c’è gente, ma pochi fanno il bagno, perché l’acqua non è proprio calda, non più di 18 gradi ! 

Percorriamo per circa tre chilometri il bellissimo lungomare,costeggiato di giardini e altissime palme, finché le gambe di Stelio reggono. 

Poi ci arrendiamo e con il solito taxi ritorniamo in nave. 

Alle 20.00 molliamo gli ormeggi, alla volta di Perth (1.688 miglia marine ) 
e ripercorriamo la baia di Port Phillip, alla luce di un tramonto mozzafiato.

 

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8 marzo , Australia – Perth 
Un bellissimo sole ci attende al nostro arrivo nello storico porto di Fremantle; 
infatti era proprio qui che approdavano le navi cariche di emigranti, soprattutto italiani, in arrivo dall’Europa ed è per questo che qui tutto trasuda di cultura e storia europea. 

La sensazione netta è di trovarsi in una città di frontiera, tipo Far West americano.

Ce ne accorgiamo subito, appena iniziato il giro turistico sul Bus Costa verso Perth, che dista 20 Km.

L’architettura delle case, i negozi, i locali in genere sono di stampo europeo e la presenza degli italiani ( il 10% della popolazione ) è evidente : 
ovunque insegne e toponomastica, per non dire di quartieri interi, parlano italiano. 

Passiamo davanti alla vecchia prigione,la Round House,l’Esplanade e Cappuccino Strip, la via principale. 

Sulla strada per Perth,ci fermiamo a Cottesloe Beach,uno dei sobborghi 
balneari più popolari della città, grazie alla sua spiaggia; 
niente a che vedere con le nostre spiagge, solo mare e sabbia,bellissimi,ma niente ombrelloni,
niente sedie a sdraio, qui é vietato dalla legge l’utilizzo di stabilimenti balneari, 
per la salvaguardia dell’ambiente marino, tutto deve rimanere incontaminato e selvaggio. 

 

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Arrivati a Perth, sosta a King’s Park, 400 ettari di vegetazione autoctona e straordinari giardini coltivati sulle rive del fiume Swan che attraversa tutta la città, prima di sfociare nell’Oceano Indiano. 

Dopo aver visto tutti i punti più interessanti della città e gli esclusivi sobborghi residenziali, rientriamo sulla nave. 

Dopo una breve sosta ristoratrice, via col tram verso il centro di Fremantle. 

Dopo una bella passeggiata nelle vie dello shopping, con un taxi andiamo a vedere il prestigioso Royal Perth Yacht Club,in passato tempio dell’America’s Cup,ma, con grande nostro disappunto, scopriamo che l’accesso è consentito ai soli soci e pertanto non ci resta che tornarcene indietro a piedi, lungo il mare. 

Per Stelio che tanto si attendeva da questa tappa un’altra delusione :
a parte qualche t-shirt, non c’era traccia della storica vittoria australiana in Coppa America. 

Un ultimo giretto in città, in tempo per vedere e fotografare il primo aborigeno da quando siamo arrivati in Australia, sensazione un po’ inquietante ! 

Alle 22.00 la nave molla gli ormeggi con destinazione Singapore (1688 miglia marine). 

Lasciamo con un po’ di rammarico questa terra lontana e misteriosa, dove abbiamo visitato solo splendide città e respirato dappertutto un’aria di assoluto benessere e tanta, tanta civiltà; 
purtroppo otto giorni non bastano per un continente così esteso, e ci sarebbe piaciuto scoprire angoli più remoti e soprattutto conoscere più direttamente aspetti della civiltà aborigena. 

Potremo comunque dire di essere stati “Down Under” , il mondo a testa in giù, dove pochissime persone ( gli australiani sono solo 22 milioni e vivono su un territorio di 7.686.848 kmq ) hanno la fortuna di avere spazi immensi e favolosi,pieni di ogni ricchezza naturale, ed un mondo apparentemente incontaminato. 

Però, c’è sempre il rovescio della medaglia : il buco nell’ozono ce l’hanno tutto loro, 
infatti hanno sempre il cappello in testa e sono tutti pallidi, perché non possono prendere il sole, …… ma un problema dovranno pur averlo anche loro !!!

 

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13 marzo , in navigazione 
Lasciata l’Australia, ci vogliono quattro giorni di navigazione per arrivare a 
Singapore ma noi non ci facciamo prendere dalla disperazione e dalla noia, 
vivendo intensamente la vita di bordo, partecipando attivamente a tante attività, prima fra tutte la pallavolo. 

Ho infatti partecipato al torneo organizzato per gli ospiti, in qualità di unica rappresentante del gentil sesso, insieme ad altri undici valorosi e forti maschietti di varie nazionalità. 

Ebbene sì, dopo quattro giorni di partite tirate e ginocchia sbucciate, ho vinto il premio per “miglior giocatore” del torneo, con un plauso unanime dei miei compagni e del folto pubblico … una gran bella soddisfazione !

 

 

14 marzo , Singapore 
Nonostante un cielo pieno di nuvole, intravediamo già il solito skyline ricco di grattacieli che ci ha accompagnato nelle metropoli australi, ed è un bel vedere ! 

Appena sbarcati nel Marina Bay Cruise Center, abbiamo subito la sensazione di trovarci in un paese all’avanguardia, ma soprattutto dove tutto funziona e questa nostra prima impressione troverà conferma sempre ed ovunque nei tre giorni di sosta in questa città-stato. 

Unica pecca : tutto il quartiere di Marina Bay è un immenso cantiere, causa la costruzione della nuova metropolitana ed il completamento dell’ enorme quartiere, e questo , oltre a costringere i mezzi di trasporto a lunghe deviazioni, rovina un po’ il paesaggio, viste le centinaia e centinaia di gru che troneggiano ovunque. 

Partiamo con l’escursione guidata della Costa, questa volta con il gruppo tedesco, alla scoperta dello spirito di Singapore. 
In questo primo contatto con questa vivacissima città ammireremo quei contrasti che la rendono unica. 

Prima di tutto saliamo sul Mount Faber,il punto più alto della città, ben 163 metri, 
dal quale si gode un bel panorama sulla zona del porto. 

Riscendiamo a valle e ci fermiamo nel quartiere di Little India, accolti da un profluvio di aromi e da una cacofonia di suoni,colori e profumi, girando i vicoli del quartiere pieni di bancarelle e negozi di sete indiane,sculture in legno,spezie,fiori e frutta. 

Poi via alla volta di China Town, con i suoi templi, i suoi terrazzi decorati e la 
caotica moltitudine di bancarelle e negozi. 

Poi via verso i giardini botanici che racchiudono la più grande collezione di
orchidee al mondo con 60.000 piante esposte in uno scenario naturale. 

Attraversiamo quindi il centro della città, vedendo in successione il Palazzo del Parlamento, il Victoria Theatre, l’Empress Palace Building e le numerose vestigia dell’epoca coloniale restaurate e restituite al loro antico splendore; 
poi ancora la City Hall,il Palazzo della Corte Suprema ed il mitico Raffles Hotel,
che prende il nome dal fondatore di Singapore nel 1819, Sir Thomas Raffles e infine
la statua del Merlion, il leggendario leone simbolo della città. 

Dopo quattro ore di gita rientriamo a bordo, felici per le bellezze viste, 
ma sfiancati da un caldo e un’afa terrificanti (temperatura 35° e 80° di umidità). 

Dopo tanta fatica, aiutati anche dal suono del solito temporale pomeridiano che si abbatte sulla città, ci concediamo un lunga dormita nella nostra mai tanto confortevole cabina. 

Dopo una rapida cena,ci concediamo un’uscita notturna con i nostri 
amici calabresi Angelo e Rina per conoscere la città by night. 

Con lo shuttle bus prima e un taxi poi raggiungiamo il Marina Bay Sand Hotel, 
imponente complesso composto da tre torri sovrastate da un piano a forma di scafo, ed è proprio all’ultimo (57°) che saliamo con velocissimo ascensore, per ammirare dall’alto un panorama notturno mozzafiato, con uno spettacolo di luci e colori davvero emozionante. 

Riscendiamo a terra e visitiamo il centro commerciale annesso all’Hotel, qualcosa di unico, c’è persino un canale vero che lo attraversa da un capo all’altro con delle mini barche. 

Dopo una bella passeggiata lungo il laghetto della baia ed un drink in uno 
dei tanti locali del posto, rientriamo sulla nave con un taxi: è passata mezzanotte, 
siamo sfiniti, ma soddisfatti e già sogniamo un’altra bella giornata per l’indomani.

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Fine seconda tratta

 

Capitolo 3

“ …. non fu mai uomo, né cristiano
né saracino né tartaro né pagano, 
che mai cercasse tanto nel mondo 
quanto fece messer Marco …” 
Marco Polo – Il Milione 



Terza tratta “Marco Polo” 

Da Singapore a Savona 
Il profumo delle spezie 

15 marzo – 16 aprile 

33 giorni / 32 notti




15 marzo , Singapore 
Dopo il tour de force di ieri, optiamo per una rilassante giornata balneare, visto anche il tempo splendido. 

Con le nostre amiche tedesche Petra e Ingeborg andiamo in taxi sull’isola di Sentosa Island e da qui alla spiaggia Siloso Beach. 

La vista che si presenta ai nostri occhi è davvero splendida : sabbia bianca,tante palme, acqua cristallina ma soprattutto nessuna persona, incredibile ! 

Stabiliamo qui il nostro quartier generale e ci gustiamo la pace e la bellezza del posto, intervallando passeggiate sul lungomare a tonificanti bagni. 

Solo nel pomeriggio arriva qualche gruppetto di giovani locali, peraltro molto educati, ma ormai siamo già cotti dal sole e dal caldo; 
così Stelio torna sulla nave in taxi, mentre io e le due “ragazze” visitiamo tutta l’isola a bordo del trenino che unisce l’isola alla terraferma , così possiamo ammirare anche le altre due spiagge e tutte le attrazioni, veramente tante, che questo posto offre. 

Fra queste decidiamo di provare la Skyline Luge, ovvero la discesa da una collina a bordo di un aggeggio,per metà go-cart e per metà toboga, esperienza che ripetiamo ben tre volte, tanto ci è piaciuta ! Infine ce ne torniamo anche noi a casa in taxi e dichiariamo ufficialmente chiusa la seconda giornata a Singapore, non abbiamo più forze per altre attività che non siano cenare e dormire. 

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16 marzo , Singapore 
Sempre con le due signore tedesche decidiamo di tornare a Marina Bay Sands e ritornare sulle tre torri per ammirare il panorama dall’alto anche di giorno,dopo averlo visto di notte. 

Lo spettacolo è altrettanto bello e ci rendiamo conto di quanto da vedere ancora ci sia, il tempo di sicuro non basta, ma cerchiamo di sfruttare in pieno le poche ore che ci rimangono. 

Andiamo subito a visitare i Gardens by the Bay, un immenso giardino formato da quattro giardini a tema , uno per ogni gruppo etnico presente a Singapore : uno spettacolo unico e indescrivibile, per la bellezza delle piante ma soprattutto per le soluzioni architettoniche legate al verde; 
vediamo solo una parte perché ci vorrebbe un giorno intero che noi non abbiamo, ma ci accontentiamo. 

Dopo un pranzo veloce nel ristorante dei giardini, ritorniamo per un ultimo giro e le ultime foto sotto le tre torri, prima di rientrare definitivamente alla nave che salperà alle 18.00 alla volta della Malesia. 

Ultime considerazioni su questa destinazione : città splendida, un immenso giardino, pulitissima e ordinata, nonostante la presenza di 5 milioni di abitanti e milioni di visitatori e nonostante la moltitudine di cantieri edili e stradali; è persino proibito masticare chewing-gum per non imbrattare le strade di cicche e cartacce, le leggi in materia sono molto severe ma vengono rispettate da tutti, perché c’è la certezza della pena;per il traffico di droga è prevista pure la pena di morte. 

I grattacieli e i moderni palazzi convivono in armonia con i vecchi edifici dell’epoca 
coloniale così come pure le innumerevoli etnie presenti su territorio, un insegnamento e un monito per noi occidentali, civili si ma poi non tanto. 

Solo il clima è insopportabile, caldo afoso e pioggia giornaliera, di breve durata ma torrenziale.

 

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17 marzo , Malesia – Kuala Lumpur 
Dopo una tranquilla navigazione notturna (le acque agitate del Pacifico sono ormai un lontano ricordo) ed aver superato lo stretto di Malacca, arriviamo a Port Klang, che dista più di un’ora da Kuala Lumpur, capitale della Malesia e nostra meta di giornata. 

Con il bus della Costa attraversiamo il territorio che separa il porto dalla capitale, 
un’immensa zona industriale attraversata da strade e autostrade. 

Troviamo la città molto tranquilla,visto che è domenica e pure mattina presto, 
meglio così, ci accorgeremo solo più tardi di quanto caotica sia in pieno giorno. 

Puntiamo subito sulle torri gemelle Petronas, simbolo della città, che svettano su ogni panorama dall’alto dei loro 457 metri di altezza; 
purtroppo non è possibile salire in cima e perciò ci accontentiamo di fotografarle da ogni prospettiva. 

Ci dirigiamo poi all’altra torre panoramica, la KL Tower e saliamo per ammirare una fantastica vista sulla città. 

Ci spostiamo un po’ con l’autobus pubblico,gratis, e un po’ in taxi,che costa una miseria, e così vediamo anche uno scorcio della città. 

Purtroppo il grande caldo e una compagnia di amici non proprio dinamici 
ci impediscono di proseguire oltre nel nostro tour; 
così ci limitiamo ad un pranzo in un ristorante cinese ed una lunga sosta in un immenso centro commerciale, nell’attesa di riprendere il bus che ci riporterà a bordo. 

Approfittiamo però dei prezzi convenienti e compriamo un tablet per sostituire quello rubatoci a Barcellona; 
solo il tempo dirà se abbiamo fatto veramente un affare. 

A parte le torri, un giornata non proprio memorabile !


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18 marzo , Malesia – Langkawi 
Dopo le faticose giornate precedenti, Stelio si concede un giorno di riposo e decide di rimanere a bordo, rinunciando a ogni tipo di escursione. 

Allora io vado con le due tedesche Petra e Ingeborg alla scoperta dell’entroterra malese. 

Per colpa di un’errata informazione che dava il primo centro cittadino a 5 Km, 
ci sorbiamo una scarpinata sotto il sole in mezzo al nulla o quasi. 

Quando scopriamo che la nostra meta, la città di Kuha, dista 30 km, ne abbiamo ormai già percorsi 6 a piedi; 
allora prendiamo un taxi che ci porta in quella che pensavamo essere una bella città, cioè Langkawi. 

Invece troviamo solo un modesto centro abitato, per nulla turistico, dove non c’è traccia di “Costa People”, tutto molto sporco e disordinato,com’è d’uso da queste parti; 
ci sono addirittura le fogne a cielo aperto, con un nauseante odore nell’aria, intensificato dal caldo umido. 

Dopo tre ore passate a girovagare in questo triste scenario, rientriamo con lo stesso taxi alla nave, non senza aver rinunciato a vedere una spiaggia malese, Cenang Beach, bellina, ma niente di eccezionale. 

Alle 18.00 la nave salpa alla volta della Thailandia; due giorni di Malesia sono stati
troppi per noi, che non abbiamo visto quasi nulla di nostro gradimento. 

 

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19 marzo , Thailandia – Phuket 
Arriviamo di prima mattina nella baia di Patong, sul versante ovest dell’isola Phuket. 

La nave ormeggia in rada e scendiamo a terra a bordo delle lance. 

Stelio rinuncia anche oggi all’escursione, così io vado con il Bus dei tedeschi alla scoperta delle bellezze di questa isola tanto decantata. 

La prima impressione che ho non è positiva, un grande caos regna dappertutto, sporcizia e disordine la fanno da padroni. 

Ma forse sono io un po’ prevenuta, soprattutto dopo l’esperienza malese. 

Ma strada facendo mi rendo conto che l’impressione era quella giusta:non avevo mai visto in vita mia un posto così “incasinato” , gente, traffico, motorini dappertutto,una lunga sequela di baracche,bancarelle,il tutto sovrastato da kilometri di fili elettrici,insomma un caos generale, e noi col nostro pullman in mezzo a tutto ciò. 

Prima tappa in un teatro, dove per 45 minuti ci sorbiamo una terrificante musica thailandese prima di assistere allo spettacolo di folclore locale di danze e box thai. 

Dopo quasi due ore usciamo con i timpani ed i nervi distrutti. 

Seconda tappa, visita a tre templi buddisti,anche lì niente di che! 

Poi via di corsa verso il punto più a sud dell’isola per assistere al tramonto del sole sul Mar delle Andamane, peccato che al nostro arrivo il sole sia già tramontato, però lo spettacolo vero è assicurato da un marasma di gente,pullman,motorini e i soliti bazar,che nel solito caos generalizzato,si fanno la guerra per scappar via da questo posto prima che faccia buio. 

Ultima tappa, solita sosta forzata al centro commerciale, dove la temperatura si avvicinava a quella di un frigorifero per contrastare il caldo torrido esterno: risultato, tutti sul bus, unico ambiente non ostile . 

A serata inoltrata riprendiamo la lancia che ci riporta sfiniti e cotti sulla nostra bella nave. 

Che stress, non sopportiamo più questa parte di mondo !

 

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20 marzo , Phuket – Phi Phi Island 
Oggi gita organizzata all’Isola di Phi Phi, una delle più famose e affascinanti del Sud-est asiatico. 

Dopo un’ora di pullman ed un’ora di motoscafo veloce, (incredibilmente stabile anche volando a 120 km/h) raggiungiamo prima l’isoletta di Phi Phi Leh, la più piccola, e poi quella di Phi Phi Don.

Lo spettacolo è affascinante : formazioni rocciose uniche al mondo, spiagge contornate da palme, acque cristalline, eccezionali esempi di flora e fauna marina tropicale,grotte erose dal mare,stalattiti, pescatori che vivono in caverne alla ricerca dei nidi di rondine per i ristoranti cinesi a 1.000 € al Kg. 

Unica nota stonata, ovunque una miriade di persone, come noi, trasportate in questo paradiso da decine e decine di barche, che tolgono un po’ di fascino a questi posti che forse andrebbero maggiormente preservati dal turismo di massa. 

Facciamo due splendidi bagni in quest’acqua meravigliosa, cerchiamo di fare anche un po’ di snorkeling, ma non ci sono tanti pesci; 
riusciamo persino a vedere sulla terra ferma delle scimmiette. 

Dopo un pasto veloce organizzato in un resort dell’isola maggiore,riprendiamo la strada di casa, cioè il mare, e dopo un’ora tocchiamo di nuovo terra, dove troviamo il nostro bus che ci riporta a Patong Beach, con l’immancabile sosta al centro commerciale, lo stesso di ieri. 

Naturalmente non si compra nulla, tanta è la fretta di tornare a bordo .

In conclusione, la tanto decantata Phuket è stata una grande delusione, a parte le due isolette viste oggi, ci rimarrà come unico ricordo di questo posto il caos e i fili della luce che avvolgono tutto ! 

Per fortuna si parte, alla volta di Colombo, ma siamo già preparati ad aspettarci altre sorprese. 

I bei tempi dell’Australia e della Nuova Zelanda sembrano così lontani, 
e chissà quant’altre” schifezzuole” ci toccherà ancora vedere !

 

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21 ,22 marzo , in navigazione 
Mentre la nostra nave solca veloce le tranquille acque del Golfo del Bengala alla volta dello Sri Lanka, la nostra vita di bordo prosegue incessante, la noia per noi non esiste, immersi come siamo in molteplici attività e relazioni sociali. 

Tutte le nostre giornate di navigazione sono infatti scandite da un continuo susseguirsi di impegni : 
pallavolo,ginnastica,aerobica,corso di tango,tornei di burraco e alla sera tutti al Gran Bar (il salone più grande) a ballare. 

Io mi sto inoltre preparando per uno spettacolo che si terrà il 5 aprile, sia nella sezione tango che nella sezione aerobica fatto dagli ospiti …. per la serie “dilettanti allo sbaraglio”; 
è incredibile come mi sia fatta prendere dalla febbre del ballo in questa crociera, 
prima, praticamente forzata da Stelio, poi, piano piano, affascinata da questa attività. 

Stelio invece è il ballerino più richiesto dalle signore, che si mettono in fila pur di ballare con lui, e lo ringraziano pure e quando c’è il rock ‘n roll non ce n’è per nessuno ! 

Tutto questo anche per merito di uno splendido gruppo di animatori, ballerini, 
istruttori sportivi, con i quali abbiamo stabilito un bel rapporto di amicizia. 

Stelio,per ovvi motivi,non può fare tutto quello che faccio io, ma comunque mi supporta ( e mi sopporta ) in ogni mia attività e tutti i miei amici sono pure amici suoi. 

Altro aspetto importante sono le relazioni sociali, ormai conosciamo quasi tutti i passeggeri della nave,sia italiani che stranieri, e, in ogni momento, abbiamo persone con cui parlare (anche troppo,dice Stelio) in tante lingue, giocare, ballare e pure cantare … al karaoke. 

Per una deformazione professionale (il nostro lavoro non lo si può dimenticare) 
stiamo anche molto attenti all’aspetto lavorativo di bordo : 
conosciamo bene il personale direttivo ed i vari capi servizio si intrattengono volentieri con noi, considerandoci dei colleghi, e questo è un privilegio per pochi. 

Fra un impegno ed un altro, riusciamo persino a prendere un po’ di sole sul ponte 11 e fare qualche bagnetto in piscina. 

Alla sera andiamo a letto,tardi, “moderatamente” stanchi ma pienamente soddisfatti!

 

 

23 marzo , Sri Lanka – Colombo 
Dopo aver doppiato Dondra Head, il punto più a sud dell’isola di Ceylon, 
arriviamo nel porto della capitale, Colombo. 

Stelio capisce subito che non è aria per lui (caldo torrido e afa bestiale) e decide 
di rimanere al fresco sulla nave, saltando la visita di questo posto. 

Io mi organizzo allora con gli amici svizzeri Tarcisio e Anita e, dopo aver percorso a piedi i due km di strada polverosa che separano il porto dal centro, partiamo alla scoperta della città a bordo di un tuk-tuk, che non è altro che un’ Ape modificata che può portare due persone,oltre l’autista; 
ancora non sapevamo in che razza di avventura e di pericolo ci stavamo cacciando! 

Ci sono bastati pochi minuti per capire l’andazzo, mai in vita mia avevo visto un caos simile : 
migliaia di questi aggeggi che la fanno da padroni nel traffico, pedoni, bici, moto, carretti ed ogni tipo di veicolo semovente che girano senza regole,ovvero “tutti vanno dappertutto”, 
non esistono marciapiedi,strisce pedonali,precedenze,semafori, un vero incubo, 
con tutto il contorno di smog,odori nauseabondi,clacson assordanti; 
e noi accovacciati sul trabiccolo in mezzo a tutto ciò ! 

L’autista, di una calma assoluta e indifferente a tutto il caos circostante, ci ha fatto anche da guida, facendoci visitare i posti che riteneva più significativi ed esortandoci continuamente a scattare foto. 

Così, in rapida successione, abbiamo visitato la città vecchia, Petthar Bazar,un dedalo inestricabile di stradine pieni di negozi (per modo di dire), il tempio indù di Shiva, bellissimo, il tempio buddista di Aasokarmaja, il Museo di Colombo, ricco di testimonianze del periodo coloniale inglese, la Chiesa di Santa Lucia e di Sant Antonio, la Main Street, il lungomare e infine la parte moderna della città con i pochi grattacieli e il World Travel Center, i pochi alberghi lussuosi ed i tanti cantieri dove 
stanno nascendo nuovi ed enormi grattacieli, sullo stile delle altre capitali del sud-est asiatico. 

Insomma abbiamo visto in una mattinata i due volti di questa città, che ci ha però sorpreso per la sua pulizia, a dispetto di tutte le nostre previsioni; abbiamo visto in giro tanta polizia e forze armate, a tutela della sicurezza dei locali e dei tanti cittadini stranieri che vivono qui. 

Abbiamo pure apprezzato la gentilezza e la cordialità delle persone, anche dei poliziotti, a differenza dei due ultimi paesi visitati. 

Dopo quattro ore di questo tour avventuroso,ritorniamo stremati nel nostro nido, 
bisognosi solo di un po’ di tranquillità , forse ha fatto bene Stelio a rimanere a 
bordo, pur perdendosi un pezzo di mondo bello ma caotico !

 

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24 e 25 marzo , India – Cochin 
Non senza qualche preoccupazione,dovuta al problema “Marò”, arriviamo a Cochin, capitale dello Stato del Kerala, divenuto ormai famoso per la nota vicenda. 

Onde prevenire pericolosi attacchi da parte dei pirati locali, la nave si è preparata per bene :
infatti da ieri campeggiano su ambo i lati della prua due manichini scuri, simil vedette, a scopo “intimidatorio”; 
sono stati inoltre predisposti degli idranti lungo il bordo nave, pericolosissime armi di difesa in caso di attacco. 

Tranquillizzati da queste rigorose misure di sicurezza, ci sottoponiamo al controllo passaporti da parte delle locali autorità che per tutta la permanenza in porto prenderanno possesso della nostra nave. 

Espletate queste formalità,mettiamo finalmente piede sul suolo indiano. 

Il porto che ci accoglie è sicuramente il più squallido fra tutti quelli visitati finora : 
porto commerciale, migliaia di container accatastati,nessun servizio,tanta polvere e sporcizia dappertutto,cani randagi,oltre al solito caldo afoso. 

Al modico prezzo di 20 dollari,un tassista ci porta a fare un giro turistico di tre ore per la città, basta tuk tuk, da oggi solo taxi con aria condizionata! 

Subito realizziamo che la città è molto sporca e caotica, insomma nulla cambia da questo punto di vista rispetto alle ultime tappe,anzi ci sembra che si vada peggiorando; 
al solito caos cittadino si aggiungono qui anche mucche e capre che scorazzano indisturbate per le vie cittadine. 

Cominciamo il giro con un tempio buddista,che però è ancora chiuso; proseguiamo allora verso il tempio indu, peccato che sia aperto solo per gli indus! 

Ci va meglio con la chiesa di San Francesco, ma non è niente di emozionante, passiamo anche davanti alla chiesa più antica dell’India, poi basta con le chiese ! 

Si va a vedere la più bella spiaggia della città,che noi troviamo abbastanza squallida, poi si torna in città nel quartiere dei pescatori cinesi,dove si trova un mercato di prodotti tipici e lungo la riva le bancarelle del pesce appena pescato dai pescatori sulle postazioni fisse sull’acqua. 

Assistiamo anche allo spettacolo dell’alzata delle reti su speciali paranchi, ma lo spettacolo più “affascinante” è senz’altro la sfilata dei banchi dove il pesce in vendita giace tranquillamente sul pavimento oppure in scodelle che proprio pulite non sembrano, il tutto avvolto da milioni di mosche e da un tanfo insopportabile. 

Un po’ nauseati ce ne torniamo al taxi e dopo l’immancabile sosta shopping in un bel negozio di stile coloniale (pashmine a go-go),decidiamo di porre fine a questo primo tour in terra indiana,rientrando in anticipo sulla nave, con l’unica esigenza di lavarci e toglierci di dosso quel tanfo che qui aleggia ovunque : 
un bel bagno in piscina e il cloro spazza via tutto ! 

Alle 15.00 molliamo gli ormeggi e , scortati da alcune unità della marina militare indiana, lasciamo questo squallido posto e con rotta nord-ovest,navigando parallelamente alla costa,dirigiamo verso il prossimo scalo, Goa. 

Non c’è nulla di questo posto che meriti di essere ricordato qui con una foto, ma almeno non ci hanno tenuti in ostaggio a far compagnia ai nostri Marò ! 

Ma eccezionalmente per il forum…..

 

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26 marzo , India – Goa 
Altra città, altro porto, stesso squallore. 

Ma almeno qui ci accoglie un gruppo folcloristico locale,che con danze e musiche dà
il benvenuto alla nave ed a tutti i suoi “polli” da spennare. 

Decidiamo di lasciare perdere giri turistici per la città,che dista ben 37 km dal porto,
e puntiamo decisi,a bordo del solito taxi sgangherato, verso la spiaggia di 
Bogmallo Beach, a detta dei locali la più bella della regione. 

Dopo 20 minuti di viaggio lungo le solite strade incasinate ,spesso anche sterrate, arriviamo alla meta. 

La spiaggia c’era, il mare pure, le palme pure, ma tutt’intorno il nulla, cioè niente di quello che ci si aspettava, niente servizi, niente sdraio ed ombrelloni, solo tre poveri bagnini, non c’erano nemmeno bagnanti, eravamo i primi, a parte le mucche che stazionavano al limitare della spiaggia ! 

Passato il primo momento di sbigottimento, abbiamo fatto un bel bagno, anche se l’acqua non era delle più limpide, ma almeno volevamo dare un senso a questa mattinata. 

Dopo un’oretta vediamo arrivare a frotte i “Costa People” scaricati dai Costa Bus, che avevano fissato un’escursione in un resort adiacente la spiaggia. 

Decidiamo allora di rientrare alla nostra base, non dopo aver comprato un sahari per me in un negozietto lì vicino. 

Appena arrivati in nave, un bel bagno in piscina per disinfettarci con il cloro, non si sa mai, visto il livello di pulizia ed igiene che regna dappertutto in questi posti. 

La giornata è ancora lunga, ma nulla ci invoglia ad uscire dal nostro bel guscio pulito e disinfettato. 
Addio Goa ! 

 

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27 marzo , India – Mumbay
Anche se ne avremmo fatto volentieri a meno, in tarda mattinata arriviamo nel “Mumbay International Cruise Center” , porto dal nome altisonante che però fa schifo come gli altri due: più che un porto è una base della marina militare indiana, 
difatti siamo circondati da ogni tipo di navi da guerra, che definire obsolete è un eufemismo. 

Tutt’intorno il solito casino, personale un po’ improvvisato ( le manovre d’attracco rasentano le comiche ),una discarica a cielo aperto, e la solita folla di polizia e militari preposta all’estenuante rito del controllo documenti. 

Con le nostre amiche tedesche Petra e Ingeborg prendiamo un taxi (una vecchia Fiat 1100) e puntiamo subito verso un atelier di sartoria,consigliato dal tassista,dove Stelio si fa fare un vestito su misura. 

Dopo lunghe ed estenuanti trattative e misurazioni,ci si accorda per un importo di 190 euro, compresa una camicia di seta; il vestito sarà pronto per il giorno dopo. 

Speriamo bene, il sarto ci è sembrato competente e comunque una persona pulita così come l’atelier; 
il palazzo,però era incredibilmente lercio,come tutta la via piena di mendicanti. 

Scopriamo che oggi è una giornata festiva,nessuno lavora, cosi’ che le strade sono libere dal caotico traffico indiano; 
meno male,perché non ne possiamo più di questo concerto incessante di clacson. 

Sbrigato l’impegno sartoriale (un must per Stelio) il tassista ci guida alla scoperta dei punti più importanti della città, il solito tempio indù ,il cui ingresso però ci è vietato, la stazione ferroviaria, il lungomare di Marina Drive ,la zona “in”
della città,il Gateway of India ed altri palazzi significativi dell’epoca coloniale inglese. 

Solita sosta forzata per lo shopping (i tassisti hanno la percentuale anche su questo) in un bel negozio dove compriamo l’ennesima pashmina. 

Le strade sono piene di indiani festanti,dipinti di tutti i colori,visto che oggi festeggiano l’arrivo della primavera. 

Noi,ormai prevenuti, non ci facciamo entusiasmare da nulla,anzi decidiamo di accorciare il giro, rientrando prima del tempo stabilito: per oggi abbiamo visto abbastanza miseria e sporcizia e non vediamo l’ora di toglierci di dosso il tanfo che aleggia in quest’aria fetida. 

Via, altro bagno a base di cloro e torniamo belli e puliti. 

La nostra nave svetta illuminata a festa nel grigiore della base militare ed anche lo sky line notturno di Bombay non è certo affascinante come quello delle città che abbiamo visitato fin’ora. 

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28 marzo , India – Mumbay 

Oggi c’è in programma l’escursione Costa “Tour della città di Bombay” (compresa nel prezzo) ma decidiamo di saltarla : l’idea di ritornare nel traffico cittadino a bordo di un bus ci spaventa come mettere la testa nelle fauci di un leone.

Optiamo pertanto per una tranquilla giornata di ozio a bordo; quasi tutti i passeggeri sono fuori per le escursioni, così ci godiamo la nave tutta per noi, dai ristoranti alle piscine dai bar ai ponti, c’è una tranquillità mai vista, altro che caos !

Interrompiamo il nostro riposo solamente nel pomeriggio per ritornare in sartoria a prendere il vestito: non è perfetto, ma per quello che l’abbiamo pagato,ci può stare!

Una brava sarta in Italia lo sistemerà. Solita litigata con un tassista mussulmano che pensava di farci fessi, ma ormai abbiamo capito l’andazzo e non ci frega più nessuno.

Rientrati nel terminal riconsegniamo per l’ultima volta il lasciapassare che la polizia ha controllato ogniqualvolta si entrava ed usciva dalla nave,con un solo pensiero : finalmente !!! Non ne possiamo più di questo paese sporco ed inospitale, di questa gente infida e spocchiosa.

E se questa,come si dice, è un’ “economia emergente” , Dio ci salvi e liberi da questi nuovi padroni del mondo.

Alle 21.00 partiamo con meta Emirati Arabi, addio India, non ci mancherai !

 

 

 

 

31 marzo , Emirati Arabi – Abu Dhabi 

Dopo due belle giornate di navigazione, ricche di varie attività di bordo, con tempo bello e finalmente un po’ di relax dopo il grande stress del continente asiatico, eccoci finalmente negli Emirati Arabi !

Dopo aver attraversato lo Stretto di Hormuz (ed avvistato le coste iraniane) entriamo nel Golfo Persico e raggiungiamo Abu Dhabi,capitale dell’Unione degli Emirati Arabi: fino a poco più di quarant’anni fa era poco più di un villaggio di pescatori e produttori di perle,oggi terza città al mondo per ricchezza,grazie al petrolio,di cui detiene il 10% della produzione mondiale.

Infatti lo sky line che ci accoglie al porto è decisamente diverso rispetto a quelli precedenti,cosi’ come il Mina Zayed Cruise Terminal,moderno,pulito e confortevole.

Decidiamo di andare a scoprire le meraviglie di questo posto con un taxi e subito la prima sorpresa,il tassista è una donna filippina,Jennifer,che per quattro ore ci accompagnerà nei luoghi più importanti della città,avvolta nel suo bel velo.

Ci accorgiamo subito dell’unicità di questo posto, praticamente una selva di grattacieli ultramoderni in vetro che costeggiano strade larghe e con un traffico molto ordinato.

Tutto intorno è incredibilmente ordinato e perfetto,tanta vegetazione e tanto lusso, e tutto questo è sorto dove fino a pochi anni fa c’era solo mare e deserto.

E’ veramente incredibile quello che qui sono riusciti a fare, partendo praticamente da zero.

Prima meta, la Grande Moschea di Sheik Zayed,una delle più grandi al mondo e sicuramente la più bella, uno splendore di marmi e intarsi, all’interno il tappeto più grande del mondo (1.200 metri quadri,45 tonnellate tra lana e cotone,cucito da 1.200 tailandesi);

io devo indossare la tunica nera per poter entrare, il personale e la security sono molto educati e cortesi e Stelio viene agevolato in tutti i modi nel lungo percorso.

Seconda tappa, l’Emirates Palace,simbolo della ricchezza del paese,che mantiene la tradizione artistica di un magico palazzo orientale, un lussuosissimo hotel, nato per ospitare i potenti del mondo, ma le cui porte sono aperte anche ai very normal people che lo vogliono visitare, ed è quello che facciamo noi;

per una mezzora ci aggiriamo incantati per sale e saloni di una bellezza infinita,accolti e accompagnati da personale discreto e gentile.

Uno spettacolo anche i giardini,le fontane, e la lunga spiaggia di sabbia bianca!

Lasciamo a malincuore questo posto da favola e ci inoltriamo nell’ Heritage Village, sito direttamente sul mare che ospita un piccolo museo e delle abitazioni che illustrano le attività quotidiane della comunità locale prima della scoperta del petrolio: anche da qui godiamo un superbo panorama dello straordinario profilo cittadino.

Ultima tappa mattutina, il quartiere di Marina Mall , grande centro commerciale, dalla cui torre panoramica vediamo tutta la città,con i suoi grattacieli ed i suoi immensi cantieri dove si sta sviluppando un impressionante progetto urbanistico che sarà completato nella sua totalità nel 2030.

Riusciamo anche a fare un po’ di shopping, io mi compro un vestitino in perfetto stile arabo,così per immedesimarmi ancor più nell’atmosfera di questi posti.

Dopo quattro ore di abbaglianti bellezze ed un ultimo giro nelle strade di Downtown e sul lungomare della Corniche la nostra gentile ed efficiente tassista (ci ha persino fatto trovare bibite fresche in auto) ci riaccompagna alla nave, anche per lei è stata una bella mattinata.

Nel pomeriggio, optiamo per una visita ad una delle belle spiagge della città, la Corniche Beach. Anche qui, pulizia , efficienza e gentilezza.

Facciamo il bagno in un’acqua turchese e cristallina, una meraviglia !

Dopo un paio d’ore decidiamo di rientrare, ma prima di prendere l’ultimo taxi ci concediamo una lunga passeggiata lungo le strade di Downtown,affollate a quest’ora di gente che esce dagli uffici e che fa shopping.

Purtroppo la giornata è finita ed è già ora di ripartire !

Peccato, perché le cose da vedere sarebbero ancora tante,ma il tempo a nostra disposizione è stato veramente poco; così ci siamo persi l’isola di Yas Island,dove si trova il circuito di Formula 1 ed il Ferrari World,primo parco al mondo dedicato alla Ferrari, nonché Saadiyat Island,dove nei prossimi anni nasceranno importanti progetti come il Guggenheim,il Louvre ed altri importanti musei.

Quello che abbiamo visto ci è comunque bastato per rivalutare il mondo arabo : qui ci è piaciuto tutto , ma proprio tutto !

 

 

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1 aprile , Emirati Arabi – Dubai 

Dopo una notte di navigazione, solo 88 miglia marine la separano da Abu Dhabi, raggiungiamo Dubai, la perla degli Emirati Arabi Uniti.

A differenza di Abu Dhabi, qui solo il 3% del PIL è dovuto alle entrate del petrolio; le maggiori fonti di ricchezza sono il regime di duty free, l’aeroporto ed il turismo.

Dubai City è oggi una delle più intriganti metropoli ultra-moderne del XXI secolo.

Il suo fascino non è dovuto al patrimonio artistico,archeologico e culturale, quanto alla visione d’insieme che essa offre : una finestra di lusso e ricchezza proiettata sul futuro, qui è tutto oro quello che luccica.

Anche qui il porto che ci ospita, Port Rashid, è moderno e funzionale, praticamente il migliore di tutti quelli che abbiamo fin’ora visitato.

Di prima mattina ci attende il Bus della Costa, che ci porterà in tour per la città.

Prima tappa , Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo ( 850 metri ),fulcro di un nuovissimo quartiere della città e simbolo ormai conclamato di questo stato, situato a fianco del Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo.

Non senza emozione,entriamo nell’ascensore che ci proietterà in un minuto, alla velocità di 10 metri al secondo,fino al 124° piano,ad un’altezza di 452 metri; la vista che si apre ai nostri occhi è incredibile, 360° di città,di deserto e di mare.

Dopo un quarto d’ora di scatti fotografici,ripiombiamo a terra, e ci infiliamo nel Dubai Aquarium & Underwater Zoo, dove,in 10 milioni di litri d’acqua, sono ospitate 33.000 specie di animali acquatici, dagli enormi squali tigre, razze, pinguini e quantità incredibili di pesci tropicali.

Passando poi per l’Aquarium Tunnel, 36 vasche con tre ambienti naturali diversi, risbuchiamo all’interno del Dubai Mall, che ci attende con i suoi 1200 negozi : qui sono presenti tutte, ma proprio tutte le grandi firme mondiali, e ci vorrebbe almeno una settimana per girarlo tutto.

Ma siccome l’orologio corre, tutti via di corsa verso il pullman che prosegue il giro attraverso i futuristici quartieri con i loro futuristici grattacieli, con brevi soste fotografiche per immortalare quelli più strani, primo fra tutti l’ Infinity Tower dalla forma intrigante.

Poi via di nuovo lungo la Jumeiraa Road fino allo spettacolare Buri Al Arab, il più famoso hotel al mondo, a forma di vela.

L’edificio si staglia imponente all’orizzonte ed anche il solo fotografarlo è un’emozione!

Alle 14,00 il nostro tour termina, con grande soddisfazione , sia per quanto visto , sia per merito della nostra bravissima guida,l’italo-rumena Magdalena.

Dopo il meritato riposo pomeridiano, via di nuovo,stavolta in taxi con gli amici romani, verso il Dubai Mall che al mattino non avevamo avuto il tempo di visitare con calma.

Ci tuffiamo così in un tourbillon senza uguali di gente,negozi,luci,scale mobili,locali di tutti i tipi,c’è persino un suk,dove tutto è elegante e ovattato, non avevamo mai visto un posto così!

Non facciamo acquisti,perché i prezzi sono elevati, una pallina di gelato ben 7,00 dollari!

Arriviamo così alle 19,30, ora in cui comincia lo spettacolo di luci e suoni nelle fontane antistanti l’ingresso principale del Mall, anche se più che fontane, si tratta di un laghetto vero e proprio; sulle note di Bocelli, ha inizio una spettacolo impressionante di luci e giochi d’acqua che ci fa trattenere il respiro per cinque bellissimi minuti.

Qui fanno davvero le cose in grande, che si tratti di grattacieli o di qualsiasi altra cosa!

Rientriamo in nave,gustandoci l’ultimo spettacolo del giorno,cioè le strade illuminate di Dubai, altro che Champes Elysées !

 

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2 aprile , Emirati Arabi – Dubai 

Oggi abbiamo in programma il safari sulle dune in fuoristrada.

A bordo di un Toyota Land Cruiser , con alla guida tale Alì, ci dirigiamo verso il deserto, a circa 60 km dal porto.

Una volta entrati nel mare di sabbia, il nostro autista ci dà subito una dimostrazione di bravura,facendoci provare il brivido della salita sulle dune e della discesa tra le valli ricavate nella sabbia.

Un po’ scombussolati da questo tipo di guida, poco cittadino, effettuiamo una sosta ristoratrice in un accampamento beduino, dove gentilmente ci vengono offerti te,caffè,bevande fresche e datteri.

Io provo pure l’esperienza di un giro a dorso di un cammello.

Il tempo è bello, il caldo é quello giusto e spira anche un po’ di vento, insomma è tutto organizzato alla perfezione.

Lungo la via del ritorno abbiamo modo di ammirare anche la dimora dello sceicco Sayed,splendido esempio di architettura locale, nonché numerose moschee.

Come per Abu Dhabi, anche qui non siamo riusciti a vedere che una minima parte di tutto quello che andrebbe visto.

Il rimpianto più grande, non aver visto The Palm Island e The World,costruzione di 300 isole artificiali che riproducono i cinque continenti.

A mezzogiorno rientriamo in nave che molla gli ormeggi alla volta di Muscat, (327 miglia marine) dove imbarcheremo dei militari italiani che dovranno vigilare sulla nostra sicurezza,visto che transiteremo all’interno di un’area nota per gli atti di pirateria ai danni di navi mercantili avvenuti negli ultimi anni, i quali si aggiungeranno alla Security della Costa che scrutano costantemente l’orizzonte !

Lasciamo queste terre, pieni di ammirazione e con la vaga sensazione che prima o poi torneremo,per vedere come saranno portati a termine gli immensi ed incredibili lavori che cambieranno definitivamente il volto di questo incredibile posto.

 

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3 aprile , Oman – Muscat 

Usciti dal Golfo Persico e ripassati dallo Stretto di Hormuz, raggiungiamo il porto di Muscat , capitale del Sultanato di Oman, una delle città più antiche del Medio Oriente .

Notiamo subito la diversità del panorama rispetto a quello degli Emirati Arabi: non più sky line di futuristici grattacieli in mezzo al deserto, bensì un centro urbano di chiara impronta architettonica araba contornato da una catena ininterrotta di colline rocciose.

Su una di queste colline,all’ingresso del porto, spicca un enorme monumento bianco,il Khawr Kalbuh, a forma di bruciatore d’incenso: infatti Muscat nell’antichità era lo snodo del trasporto del franchincenso dall’Arabia verso il Mediterraneo, e l’incenso con i suoi bruciatori sono il simbolo di questo paese.

Il colpo d’occhio è molto bello e ci fa sperare bene per il prosieguo della giornata: non più cieli offuscati dalla sabbia del deserto e dei cantieri,ma un cielo limpidissimo ed una temperatura calda ma non soffocante ci faranno compagnia.

Optiamo per un giro turistico a bordo del Big Bus, ottima formula per vedere le cose più importanti senza essere limitati da orari e da compagnie soffocanti.

Partendo dal centro città sul lungomare vedremo in successione : la zona di Qurum con la sua bellissima spiaggia ed i suoi grandi alberghi,il parco nazionale,il quartiere di Ruwi, moderna area commerciale e Business District;

passeremo davanti alla Grande Moschea,all’ Opera House, al Palazzo del Parlamento, ed al Marina Bander con splendida vista sul mare;

penultima tappa il Palazzo del Sultano,con sosta e visita agli splendidi porticati e giardini.

Ultima tappa visita al Muttrah Suk, il più antico suk del paese,un labirinto di antichi vicoli coperti di tettoie di palma e illuminato da lanterne,dove i turisti possono sbizzarrirsi alla ricerca di oggetti d’argento,tessuti,incensi ed ogni tipo di souvenir;

al contrario di tutti gli altri suk visti,questo è pulitissimo, con un gradevole profumo d’incenso, ed i venditori non sono assillanti e appiccicosi, come solitamente accade in questi posti.

Prima di rientrare sulla nave, Stelio si fa tagliare i capelli da un barbiere locale: taglio impeccabile, servizio perfetto,prezzo onesto !

Abbiamo scoperto una città dal fascino particolare, tutto genuino, nessun’atmosfera artefatta che contraddistingue altre città della regione araba;

tutto molto pulito e ordinato, persino i molti cantieri stradali ed edilizi danno un’idea di ordine ed efficienza.

Le persone sono molto gentili e rispettose e questo fatto continua a sorprenderci, forse perché siamo un po’ troppo prevenuti nei confronti del mondo arabo.

 

 

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4 aprile , Oman – Salalah 

Al sorgere del sole, la nave entra nel porto di Salalah, che rappresenta il punto di collegamento tra l’estremo oriente e l’occidente:grazie alla sua posizione strategica,esposta proprio alla rotta principale che unisce Suez alla Indie Orientali,questo porto è un’importante crocevia dei commerci marittimo e oltre 2000 navi l’anno vi fanno scalo.

Dopo una lunga lotta con i tassisti locali troppo esosi, rinunciamo ad andare in città,che dista peraltro ben 25 km dal porto.

Stelio se ne torna in nave, mentre io con le due amiche tedesche raggiungo a piedi una bellissima spiaggia vicina al porto.

E’ una spiaggia solitaria,non esiste nessun tipo di servizio,solo mare,splendido, e sabbia infuocata, non c’è un pelo d’ombra.

Fra bagni di sole e bagni in mare, con un’acqua fantastica ed onde meravigliose, passa tutta la giornata.

Rientro in nave,cotta dal sole e dal sale; in assoluto una delle più belle giornate di mare, peccato che Stelio non se l’è goduta, ma per lui sarebbe stato impossibile starsene ore ed ore senza ombra e senza sdraio !

Per una volta non abbiamo visitato città,moschee,souk,zone archeologiche, ma non ci si può sempre far spennare da tassisti disonesti ed approfittatori.

Questa volta però ci hanno rimesso loro : grazie alla rivolta dei passeggeri, la maggior parte dei taxi è rimasta ferma ed inoperosa, e quando ormai era troppo tardi, i tassisti rincorrevano le persone,offrendo,invano tariffe super – ribassate.

Alle 18.00 la nave riparte alla volta di Sharm el Sheikh, ben 1.812 miglia marine e quattro giorni di navigazione.

Attraverseremo la zona di maggior pericolo pirati, ma noi siamo tranquilli, abbiamo i nostri marò che ci proteggono ( e mangiano al tavolo accanto a noi,ballano,vanno in piscina e pure in spiaggia …..ma sempre all’erta ) !!

 

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5 aprile, in navigazione

Finalmente è arrivato il grande giorno ! Dopo tre mesi di scuola di ballo e dopo un mese di prove, siamo finalmente pronti per il debutto sul palco con il nostro spettacolo.

Il teatro è pieno, l’adrenalina è al massimo, tutti siamo nervosi (io meno degli altri) per la prova che ci attende.

Io sono la prima a debuttare con il gruppo dell’aerobica,poi via via tutti gli altri numeri , e per finire risalgo sul palco per la prova di tango.

Poi, al gran finale tripudio generale e grandi complimenti da tutti.

Stelio, che per tutti i tre mesi mi ha pungolata,criticata,assistita, anche se non lo dà a vedere, siede gongolante in prima fila e filma tutto.

Alla fine grande festa con tutti i partecipanti allo show ed i maestri di ballo.

E’ stata un’emozione grandissima e sicuramente uno dei momenti più belli di tutta la crociera!

 

 

 

6 aprile , in navigazione 

Prosegue la navigazione nel Golfo di Aden, con rotta nord ovest.

Di prima mattina entriamo nel Golfo di Tadjoura e di fronte alle coste di Gibuti assistiamo in diretta alla sbarco delle forze armate che ci hanno scortato in questi giorni durante il transito nelle pericolose acque del Golfo di Aden.

Insieme ai nostri Marò vediamo sbarcare casse e casse di armi e munizioni; anche questo un bel fuori programma offerto dalla Costa !

Lo stesso giorno apprendiamo con molto disappunto che, a seguito dei perduranti disordini in Egitto, la Costa è costretta a rivedere il programma della crociera : i previsti scali di Alessandria e Sharm el Sheikh verranno sostituiti con lo scalo di Sokhna, per consentire di effettuare in piena sicurezza l’escursione alle piramidi di Gizah, e in più verranno aggiunti gli scali di Messina e Napoli.

Naturalmente questo cambio di programma non sta bene alla maggioranza dei passeggeri italiani, che firmano una lettera di protesta al Comandante.

 

 

 

9 aprile , in navigazione 

E dopo le glorie artistiche, ecco le fatiche sportive.

Da quattro giorni è in corso il secondo torneo di pallavolo, cui partecipo come unica rappresentante della categoria “ragazze” insieme ad altri 11 giovanotti (Mauro di Cremona,gli spagnoli Alex e Valentin,i tedeschi Hardi e Jurgen, gli austriaci Robert e Peter, i francesi Michel e Arnold,l’australiano Andy, il brasiliano Joaquim) con i quali si è stabilito un bel rapporto di cameratismo.

Ogni giorno si cambiano le squadre così tutti giocano contro tutti. Dopo quattro giorni di incontri equilibrati, ecco la classifica : 1° Valentin, 2° Alex, 3° Peter.

Grande cerimonia di premiazione in piscina :

tutti vengono premiati, io addirittura portata in trionfo dai miei compagni, premiata come la più “richiesta” !

Sono stati giorni belli e ancor più bella la festa finale !

Anche Stelio ha le sue soddisfazioni, infatti vince il terzo premio al secondo concorso fotografico, grazie ad una bella foto scattata a Barbados !

 

 

 

10 aprile , Egitto – Sokhna 

Dopo due giorni di navigazione nel Mar Rosso , con attraversamento del Tropico del Cancro, giungiamo finalmente nel Golfo di Suez, le cui acque solchiamo mantenendoci in vista delle coste egiziane su entrambi i lati.

Al sorgere del sole la nave attraversa lo schema di separazione del traffico puntando ad ovest, fino a giungere il porto commerciale di Sokhna.

Il panorama che ci attende è desolante : una distesa immensa di container in mezzo al deserto !

Avendo rinunciato all’escursione alle Piramidi (12 ore, troppe) Stelio rimane a bordo, anche perché non è stato molto bene durante la notte;

io invece, insieme ad altri dodici italiani, ci rechiamo con un pulmino nella città di Suez, che dista ben 45 kilometri.

L’unica strada che unisce il porto alla città,piena di buche e dossi, a tratti anche sterrata, si snoda in mezzo al deserto, contornata da baracche, villaggi deserti, un grande cementificio, depositi di petrolio, mucchi incredibili di sporcizia,insomma una disperazione.

Non che la città sia meglio, ci sembra di essere tornati indietro ai tempi dell’India: ovunque regnano caos e sporcizia, traffico assolutamente selvaggio, per la serie “tutti vanno dappertutto”, un deja vu di cui non sentivamo assolutamente la mancanza.

Persino la moschea e la zona che costeggia il canale sono immerse da mucchi di spazzatura, nell’indifferenza totale della popolazione locale che comodamente sta seduta a godersi questo bel panorama.

Certo è un peccato vedere che un’ immensa opera come il Canale di Suez,che oltretutto fa vivere milioni di egiziani,sia trattata in questo modo.

Visitiamo pure la zona dei bazar, ma anche qui non va meglio; assistiamo pure alle operazioni di scuoiamento di un animale su un marciapiede, per non parlare dei cani randagi, ecc. ecc..

Dopo tante schifezze, decidiamo che può bastare e ,tutti contenti, rientriamo a bordo , dopo esserci sciroppati un altro bel viaggetto , stanchi e impolverati. Unica nota positiva, la gentilezza del nostro autista, che ci ha pure offerto le banane!

Certo, il pensiero che oggi avremmo dovuto essere a Sharm el Sheikk, sulla spiaggia di Naama Bay a fare il bagno sul reef, ci fa arrabbiare non poco !

In segno di protesta non inserisco alcuna foto di questo posto sporco e desolato !

Alle 21.00 lasciamo questo porto, con rotta nord-nord-est, coprendo le 15 miglia di navigazione che separano Sokhna dall’ingresso meridionale del Canale di Suez.

Seguendo le istruzioni dell’autorità egiziana, si starà all’ancora in attesa del convoglio di navi dirette al nord.

La partenza del convoglio per il Mar Mediterraneo è prevista a partire dalle due del mattino. Salpata l’ancora si procederà alla velocità di 8 nodi dentro il canale delimitato da coppie di boe.

Il Canale all’origine era lungo 164 km, dal 2010, in seguito al lavori di allargamento, misura 193,30 km di lunghezza, 24 metri di profondità, 205/225 metri di larghezza e consente il transito di navi con pescaggio massimo di 20,12 metri.

Il transito richiede dalle 11 alle 14 ore,inclusa l’eventuale sosta alla fonda nei grandi Laghi Amari in attesa del convoglio diretto in senso opposto.

L’uscita dal Canale di Suez è stimata nel pomeriggio di domani attorno alle ore 14.00.

 

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11 aprile , Egitto – Canale di Suez 

Già alle prime luci dell’alba siamo svegli per ammirare dal balcone della nostra cabina lo spettacolo naturale offerto dal paesaggio che costeggia su ambo i lati il Canale : sul lato destro il mondo quasi surreale del deserto del Sinai, un’unica distesa di sabbia, in cui le uniche forme di vita sono le postazioni militari a guardia del canale;

sul lato sinistro il paesaggio lussureggiante della campagna egiziana, con i suoi villaggi e le sue moschee.

Trascorriamo così tutta la mattinata ed il primo pomeriggio sui ponti per non perdere neanche un metro di questo affascinante paesaggio, seppur non così emozionante come quello visto nel transito del Canale di Panama.

Verso le 14.00 arriviamo all’uscita del Canale, transitando davanti alla città di Porto Said, e così, dopo 92 giorni, la nave torna a solcare le tranquille acque del Mar Mediterraneo.

Per la prima volta si comincia a respirare una certa aria di casa !

In serata Gran Ballo di Arrivederci con i maestri di ballo, per festeggiare insieme la fine della crociera e questo sarà solo l’inizio di una lunga serie di arrivederci : maestri di ballo, ballerini,partecipanti ai corsi ed allo spettacolo, si trovano tutti insieme sulla pista della piscina per la cerimonia di consegna dei diplomi di merito e le premiazioni.

Ed è con mio grande stupore che vengo nominata per prima, come “rivelazione dell’anno” , proprio io che fino ad inizio crociera non avevo mai ballato in vita mia !

Fioccano applausi e complimenti, io sono al settimo cielo e Stelio è orgoglioso di me come non mai.

Finiamo la serata danzando ed io vorrei che questa sera non finisse più, comincia a subentrare un po’ di malinconia per l’imminente fine del viaggio.

 

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12 aprile , in navigazione 

Oggi è l’ultima giorno di navigazione,da domani fino alla fine solo porti.

La nave prosegue la navigazione nel Mediterraneo con rotta ovest-nord-ovest: nel primo pomeriggio transitiamo a sud dell’isola di Creta, di cui intravediamo l’estremità occidentale,con le sue cime innevate, distante solo 15 miglia.

Poi si prosegue nel Mar Ionio, 50 miglia al largo del Peloponneso, dritti dritti verso l’Italia.

Approfittiamo di questa ultima giornata tranquilla per affrontare il problema bagaglio : è subito evidente che non basteranno le borse e le valigie per stivare tutto quanto portato da casa a cui si è aggiunto il “bottino” di souvenir, gadgets, sabbia, cartine e quant’altro accumulato per strada, pardon, per mare.

Ovviamo al problema comprando un borsone nel negozio di bordo con l’aggiunta di una borsa sportiva regalataci da Petra.

Comincia anche il duro lavoro di raccolta e scambio di indirizzi,mail, foto con tutti gli amici conosciuti, con la promessa di mantenere i contatti, una volta tornati alla vita normale !

Proseguiamo quindi la serie di arrivederci : ultima partita di pallavolo, con baci e abbracci con i miei grandi compagni di gioco; poi in teatro con lo staff dell’ufficio escursioni che ci ha assistito ed accompagnato in tante scorribande a terra, quanta pazienza hanno avuto con tutti i pecoroni che popolavano i Costa Bus.

Nel pomeriggio ultimo torneo di burraco, con festa e foto di gruppo.

Alle 20.00 Cocktail di Gala dell’ Arrivederci con il Comandante Serra che precede l’ultima Cena di Gala;in ristorante lo spettacolo offerto dal personale di sala, come ringraziamento, è davvero emozionante e coinvolgente e così mi ritrovo a ballare con i nostri camerieri William e Umtung in una misto di allegria e tristezza.

Ma non è ancora finita, perché dopo la cena ci aspetta ancora il Gran ballo di Gala e per finire il Buffet Magnifico, dove lo Chef e tutto lo staff di cucina si superano per lasciare un ricordo indelebile della loro maestria.

Noi,ancora sazi della cena, non tocchiamo nulla del buffet e ci limitiamo a fotografare delle vere opere d’arte culinaria.

A mezzanotte sfiniti e intristiti da questa lunga serie di festeggiamenti, torniamo in cabina, dove la fanno da padroni, in ordine sparso, zaini, borse, valigie e trolley .

 

 

13 aprile , Italia – Messina 

Verso le nove giungiamo finalmente in vista della costa italiana: di prua scorgiamo la Calabria con le alture dell’Aspromonte !

Proseguiamo la navigazione risalendo la costa calabra, a circa 3 miglia di distanza finché non si comincia a intravedere la costa siciliana all’imbocco dello Stretto di Messina, con la sagoma dell’Etna che domina il panorama.

Prima dell’arrivo in porto a Messina, previsto per le ore 13.00, incontro in teatro per le informazioni sullo sbarco a Savona (bagaglio,etichette,transfer,pagamenti) con il Direttore di crociera Emilio Fabris; a seguire sfilata sul palco di tutti i reparti di bordo per il dovuto tributo di applausi ed ulteriori arrivederci in un clima di generale commozione.

Una volta attraccati nel bel porto di Messina le nostre strade si dividono : Stelio fa un giro col trenino panoramico dal centro città fino al Santuario della Madonna di Tindari,dal quale si gode un bellissimo panorama sulla città e lo Stretto, e finalmente si beve un vero caffè italiano con una pasta siciliana in compagnia degli amici del burraco.

Io invece partecipo all’escursione sull’ Etna sul pullman dei tedeschi.

Dopo circa due ore giungiamo all’altezza dei Crateri Silvestri, a 1986 metri, proprio alla base della seggiovia che porta quasi in vetta, ma a causa delle eruzioni dei giorni precedenti non possiamo salire ulteriormente e ci dobbiamo accontentare di questa quota.

Il paesaggio è quasi lunare e abbastanza inquietante; per fortuna il meraviglioso panorama su Catania e tutta la sua piana ci conferma che siamo ancora sulla terra .

Fa un freddo cane e tira un vento fortissimo, piccola sosta ristoratrice nell’unico locale aperto e poi via, altre due ore di pullman per il viaggio a ritroso, ma ne è valsa comunque la pena.

Alle 19.00 ripartiamo alla volta di Napoli, che dista 173 miglia marine.

Questa sera nessuna festa di arrivederci, sennò ci si immalinconisce troppo.

 

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14 aprile , Napoli 

Alle prime luci dell’alba avvistiamo il faro di Punta Carena dell’isola di Capri e dopo aver doppiato l’isola, transitando a due miglia di distanza,facciamo il nostro ingresso nel golfo di Napoli, avvistando di prua le luci della città, e a dritta nave,l’inconfondibile sagoma del Vesuvio.

Decidiamo di andare a visitare Capri e dopo 40 minuti di aliscafo veloce ci troviamo già sull’isola; non sono ancora le dieci ed abbiamo tutta la mattina a disposizione per conoscere questa perla d’Italia.

Saliamo sulla funicolare che ci porta su in piazzetta e ci dirigiamo subito verso i mitici Faraglioni : inutile dire che lo spettacolo offerto dalla natura in questo luogo è quanto mai stupendo; la prima cosa che ci viene in mente è “ dovevamo girare tutto il mondo per accorgerci che in Italia abbiamo i posti più belli ! “

Un po’ di shopping, immancabile, ed una piccola merenda nel bar del famosissimo e lussuoso Hotel Quisisana : due cappuccini e due fette di torta, 26,00 Euro !!

Ritorniamo con l’autobus al porto per riprendere l’aliscafo che a mezzogiorno ci riporterà a Napoli.

Abbiamo trovato Capri bellissima e pulitissima; lo hanno detto anche dei tedeschi “ganz sauber” … e se lo dicono loro !!!

Nel pomeriggio saltiamo sul bus panoramico e ci gustiamo un bellissimo giro nei posti più belli della città : Piazza Plebiscito e tutte le vie del centro, il Vomero, la collina di Posillipo, Via Caracciolo, il lungomare di Mergellina e la zona del porto.

Vediamo anche le barche impegnate nelle regate della Coppa America.

Quasi non crediamo ai nostri occhi : non vediamo tracce di immondizie, le vie sono molto pulite; ammiriamo splendidi palazzi e incantevoli giardini, per non parlare del panorama sul golfo.

Sicuramente il bus ha percorso un tragitto turistico, evitando le zone popolari e degradate della città; comunque mai e poi mai ci saremmo aspettati di vedere una città così bella, persino il porto e la stazione marittima sono accoglienti e ordinati, una vera sorpresa.

Stelio ha fatto il militare a Napoli, ma non se la ricordava così bella.

Sicuramente ci torneremo, con più calma.

 

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15 aprile , Civitavecchia

Navigando nel Mar Tirreno, transitiamo a sud dell’isola di Ventotene e a ovest dell’isoladi Ponza e risaliamo la costa laziale alla volta di Civitavecchia, dove arriviamo alle 8.00.

Partiamo subito con il Costa Bus alla volta di Roma in compagnia di Petra e Ingeborg.

Dopo un’oretta di viaggio arriviamo nella Città Eterna e ci fiondiamo subito sull’ennesimo bus panoramico che ci porta nei luoghi classici della Roma turistica .

Fa un caldo boia, c’è una sacco di gente dappertutto, miriadi di turisti stranieri e infinite classi in gita scolastica,una confusione pazzesca; per noi è troppo e a mezzogiorno ci arrendiamo, non ne possiamo più, così anticipiamo il rientro a Civitavecchia, prendendo il treno alla Stazione Termini.

Alle due siamo già sulla nave, ma io ho ancora un po’ di forze per andare a fare un giretto in centro a Civitavecchia in compagnia dell’amica di ballo Adriana;

scopriamo così una bella cittadina con un bel lungomare e ci gustiamo un buon caffè in tutta tranquillità prima di rientrare a bordo.

Salutiamo con tanta tristezza la nostra Myles che sbarca oggi per ritornarsene a casa nelle Filippine, dove l’aspetta il figlioletto che non vede da sei mesi;

Le auguriamo ogni bene e anche lei è commossa, quasi in lacrime.

Alle 19.00 la nave molla gli ormeggi, e sarà l’ultima volta, verso l’ultimo traguardo del nostro giro, Savona, che abbiamo lasciato 99 giorni fa con ben altro stato d’animo.

E’ l’ultima sera a bordo e l’atmosfera è alquanto malinconica, nei corridoi delle cabine ci sono centinaia di valigie in attesa di essere ritirate , ovunque si respira un’aria da ultimo giorno di scuola e non c’è nemmeno voglia di festeggiare l’ennesimo arrivederci, anche perché la stanchezza comincia a prendere il sopravvento.

E così dopo un’ultima cena frugale, con il commiato dai nostri cari camerieri , ecco l’ultimo ballo nel nostro Gran Bar Mirabilis con saluto alla Spaziani Band ed al Duo Luna Nueva che hanno allietato tutte le nostre serate.

Per l’ultima volta torniamo in cabina, dove l’unico spazio libero da bagagli è il letto, ma il sonno tarderà ad arrivare, in un tourbillon di stati d’animo ed emozioni, col pensiero rivolto in avanti al viaggio di domani verso casa, ma anche indietro, a tutto quello che abbiamo vissuto in questi cento giorni !

 

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16 aprile , Savona 

Dopo 100 giorni in mare e la bellezza di 30.413 miglia marine percorse COSTA DELIZIOSA torna a casa, con il suo carico di persone, di valigie, di storie e di emozioni.

Passiamo tutta la mattinata a bordo in attesa dello sbarco e del ritiro bagaglio, poi via con gli ultimi saluti ad amici passeggeri e amici dello staff,facciamo fatica a trattenere le lacrime.

Alle 14.00 il Costa Bus lascia il Palacrociere e dopo sei ore di viaggio ci lascia a Mestre, dove salutiamo, per l’ultima volta, gli amici veneto-friulan-triestini.

Qui ci aspetta il nostro amico Paolo che ci riporterà a casa.

Alle dieci di sera sfiniti arriviamo a casa, dove ci aspetta una bellissima sorpresa: i nostri vicini di casa, grandi e piccini, ci hanno preparato un’accoglienza coi fiocchi, palloncini e cotillon lungo tutto il giro scale ed un bel cartello di bentornati sulla porta d’entrata !

E’ bello tornare a casa, sapendo di ritrovare questi amici.

 

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17 aprile , Monfalcone

Ovvero, “dallo straordinario all’ordinario” !

Dopo questa straordinaria esperienza sarà dura rientrare all’ordinarietà della vita quotidiana.

Chissà per quanto tempo saremo ebbri di questo viaggio fantastico e di questa esperienza, troppo grande e totalizzante per essere messa a fuoco nell’immediato.

Ci vorrà del tempo per riordinare una montagna di cose, foto, emozioni, ricordi. In questo momento ci sentiamo solo molto stanchi, la fatica, sia fisica che mentale , è stata enorme ma ce ne accorgiamo solo adesso che tutto è finito.

Il viaggio ci ha messo a dura prova, ma ne siamo usciti fortificati,più poveri nelle tasche ma più ricchi nell’animo , ed il ricordo di questi magici 100 giorni ci accompagnerà per il resto della nostra vita.

 

 

 

Capitolo 4

Report di viaggio ovvero numeri, curiosità e amenità

 

 

Costa Deliziosa

92.600 stazza lorda

294 lunghezza

32,25 larghezza

21,6 velocità di crociera

23,6 velocità massima

921 equipaggio

2.200 passeggeri

 

900 tedeschi (con austriaci e svizzeri)

500 francesi

300 italiani

200 spagnoli

200 inglesi

100 nazionalità varie

 

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30.413 miglia marine

53.000 kilometri ca.

3 oceani

11 mari

6 stretti

37 porti

2 soste in rada

50 giorni di navigazione

5 continenti

24 nazioni

26 cambi di fuso orario

1 cambio data

18 escursioni Costa

40 escursioni self

8000 scatti fotografici

 

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certificato passaggio equatore

tickets

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dedica

a tutti quelli che

“ … ma non vi annoierete

100 giorni su una nave ? “

 

 

 

 

Ringraziamenti 

Un unico,immenso grazie a Stelio

splendido compagno di viaggio e di vita

che ha reso possibile tutto  ciò !

The End

 

Testi e foto di Cristina con il “supporto tecnico-affettivo” di Stelio 

 

 

 

Autore: dalsnibba

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